CUENTOS ERÓTICOS – AA.VV

# 383 – AA.VV. – CUENTOS ERÓTICOS (Mondadori, 1991, pagg. 268)

Quindici racconti di altrettanti Autori e Autrici per raccontare l’erotismo di marca iberica: dal rorido incontro sessuale tra due amanti in presenza dei rispettivi coniugi, durante una domenica pomeriggio oziosa in una villa di campagna, alla storia d’amore contrastata, fatta di continui tira e molla, tra il classico “ragazzo qualunque” e una complessata ricercatrice che non riesce a liberarsi del ricordo di un amore adolescenziale; dall’antico Egitto in cui una fanciulla scopre l’ermafroditismo alla Spagna dell’Inquisizione, in cui una commissione di prelati deve decidere come agire dopo una visita del Re in un bordello; e ancora, dall’adulterio “podalico” consumato tra un uomo e una donna durante una cena di coppie sposate alla caliente storia gay di una notte tra l’attempato Ramón e il bellissimo Javi, conosciuto in discoteca, fino alla disavventura di un ragazzo che abborda una bellissima donna mentre porta al guinzaglio il suo cane molosso e alle notti brave di un gruppo di giovinastri nella pensioncina attigua a una stazione ferroviaria. Quindici voci, quindici modi di raccontare la seduzione e il sesso, l’eccitazione e l’erotismo.

Le raccolte di racconti di Autori vari sono stimolanti per la diversità stilistica, tematica e d’ambientazione tra le penne che si andranno a leggere, unificate soltanto dal tema di fondo, in questo caso l’erotismo. Un argomento che, peraltro, si presta a una quantità pressoché infinita di variazioni e di sfumature, regalando a scrittori e scrittrici la possibilità di spaziare su una tavolozza espressiva immensa.

E infatti, questa raccolta di racconti non delude sul piano della varietà: i testi si differenziano bene uno dall’altro, sono quindici piccoli “mondi” nei quali il lettore ha l’impressione di fare volta a volta capolino e, se non è sempre facile cambiare ambientazione e a volte anche epoca da un racconto all’altro, a controbilanciare questo “fastidio” (virgolette d’obbligo) è proprio il gusto di scoprire ambienti sempre diversi, e la scelta dell’editore di corredare ogni racconto con una mini-biografia del suo Autore è decisamente vincente. Trattandosi perlopiù di Autori poco o punto noti dalle nostre parti (eccezion fatta per Vázquez Montalbán), scoprire qualcosa su ciascuno di loro prima di dedicarsi al relativo racconto è un’aggiunta di indubbio interesse per chi legge con curiosità e passione.

Purtroppo, però, come spesso succede nelle raccolte di Autori vari, la disparità di valore tra i singoli testi è eccessiva, e a tratti addirittura imbarazzante. Se infatti un racconto come “L’amaca tra i tigli” è un onestissimo squarcio di erotismo nel mezzo di una gita in campagna (nulla di nuovo, ma ben confezionato), un testo come “Il molosso grigio” è poco più di una barzelletta tirata per le lunghe; e ancora, se “L’anello e il sortilegio “ ed “Eterno ritorno” si lasciano leggere, in virtù soprattutto delle loro ambientazioni un po’ esotiche e misteriose, “La discreta peccatrice o esempio di fanciulle pudiche” e “Alice” sono racconti decisamente deludenti, come anche “Il testimone” e “Donne sul ciglio”, che promettono ma non mantengono, creando atmosfere interessanti che non vengono poi sorrette da un adeguato sviluppo della trama e dei personaggi. Beninteso, in un racconto non è necessario che i personaggi siano perfettamente descritti, anzi, possono benissimo essere solo abbozzati, a patto però che l’arco narrativo funzioni a meraviglia e conduca il lettore con fermezza ed efficacia a un finale che funziona – sbalordendolo o, quantomeno, confermandolo nelle sue aspettative. Invece, troppe volte i testi di questa eterogenea raccolta finiscono per deludere, per far posare il volume con una smorfia di sufficienza, rimandando all’indomani la lettura del racconto successivo, perché quello appena ultimato non ha messo addosso al lettore la sana voglia di affrontarne un altro.

A salvare, parzialmente, la situazione sono gli ultimi tre testi, decisamente buoni. “Storia d’amore della dama di ambra” è una riuscita incursione del titolato Montalbán nei territori dell’erotismo (genere da lui praticato, anche se non sempre con egual successo); “In elogio delle cattive compagnie” di Luis Antonio de Villena è una storia d’amore omosessuale dai toni leggeri e ben raccontata (cosa chiedere di più?), mentre “La ragazza lunatica” della catalana Esther Tusquets è forse il testo più bello della raccolta, un tira-e-molla sentimentale tra un ragazzo ordinario e una strana ragazza tanto bella quanto sola – e quando una così bella ragazza è anche disperatamente sola, ci sarà qualcosa sotto, no?

Menzione d’onore anche al già citato “L’amaca tra i tigli”, facile nella concezione ma ben orchestrato dal punto di vista della narrazione, e allo stralunato “Una festa campestre”, che sembra una specie di bizzarro “Shining” boccaccesco capace di non prendersi troppo sul serio. Il peggiore? Di gran lunga “Il re attonito” di tal Gonzalo Torrente Ballestrer: lungo, estenuante, incapace sia di far ridere, nonostante una trama che si vorrebbe comica, che di trasmettere brividi d’eccitazione, è un testo che avremmo volentieri espunto dalla silloge e che – dato non oggettivo, ma interessante – ha “steso” il sottoscritto per diverse notti, dopo appena due pagine.

Sesso-fumetto

(Recensione scritta ascoltando Francisco Tárrega, “Capricho Árabe” nell’esecuzione di Ana Vidovic)

PREGI:
la diversificazione tra le diverse voci e l’originalità, indubbia, di alcune situazioni, raccontate con un iberico e divertente mix di carnalità e spiritualità, di fisicità e sottile seduzione 

DIFETTI:
alcuni racconti vanno oggettivamente dal brutto al bruttino, dal pessimo all’insignificante, ma è una controindicazione tipica di questo tipo di libri compositi e diversificati

CITAZIONE:
“Come la ragazza da marito ricama il corredo, così lei tesseva sulla propria carne i sentieri che Fabricio avrebbe percorso: li assoggettava, li addomesticava. Quando finalmente la mano si rifugiava tra le cosce, le trovava bagnate, come se davvero Fabricio fosse lì, aprendosi la strada con le labbra lungo l’arruffato triangolo del pube.” (pag. 163 – dal racconto “L’anello e il sortilegio” di Ana Rossetti)

GIUDIZIO SINTETICO: **

LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il sistema Mereghetti, che va da 0 a 4 stelline: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…

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1/2
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*1/2
NON GIUDICABILE con i sistemi ìclassiciî di voto
PESSIMO
QUASI PESSIMO
BRUTTO
BRUTTINO
 
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**1/2
***
***1/2
****
ACCETTABILE
DISCRETO
BUONO
MOLTO BUONO
CAPOLAVORO