LA MIA FAMIGLIA E ALTRI ANIMALI – Gerald Durrell

# 382 – Gerald Durrell – LA MIA FAMIGLIA E ALTRI ANIMALI (Adelphi, 2024, ediz. orig. 1956, pagg. 354)

Tra romanzo e autobiografia, l’Autore racconta la storia del trasferimento della sua famiglia (madre, tre figli e una figlia) dalla fredda e piovosa Londra alla soleggiata e surreale Corfù, negli anni ’30 del secolo scorso. Installatisi in una signorile villa grazie ai servigi di un tuttofare della zona, il burbero ma disponibilissimo Spiro, i Durrell portano una ventata di bizzarria inglese in un luogo dominato da pescatori, contadini e… animali, appunto!
Il giovane Gerald, il figlio più piccolo nonché futuro Autore del libro, ha la passione per la zoologia e impegna tutto il suo tempo nello studiare e raccogliere, in collaborazione con Theodore, un naturalista inglese che già vive sull’isola, creature viventi, dai ragni agli scorpioni, dalle gazze ai gabbiani, passando per gechi, tartarughe, serpenti e pesci.
E così, mentre i suoi fratelli maggiori Larry e Leslie coltivano le loro ossessive passioni per la letteratura e per la caccia, e sua sorella Margo cerca di curarsi l’acne e di fidanzarsi con qualcuno, Gerald scorrazza, accompagnato dai suoi tre cani, per spiagge e uliveti a caccia di animali che entrano a buon titolo a far parte dell’originale famiglia Durrell, creando incidenti di rara comicità. Fino a quando non arriverà il momento di tornare a casa…

Letto per la prima volta quando avevo dodici o tredici anni (praticamente la stessa età di Gerald nel racconto), questo libro fresco e fragrante, immediato e spontaneo, divertente e scatenato mi piacque da impazzire. Impossibile infatti, quando lo si legge da adolescenti, non immedesimarsi nel protagonista e non desiderare di vivere a propria volta estati come quelle di Corfù, e inverni miti, in compagnia di un nutrito drappello di amici a quattro (ma anche a otto!) zampe.

Riletto a tanti anni di distanza, il libro non ha perso un grammo della sua freschezza: Durrell scriveva per raccontare, con sincerità e con sapienti tocchi di comicità, la propria passione per il mondo animale, quella stessa passione che l’avrebbe portato a dedicare tutta la sua vita alla conservazione delle specie in via d’estinzione e, più in generale, allo studio della fauna, a tutti i livelli. Pur non essendo uno scrittore di professione (ma, in fondo, che cos’è uno scrittore?, si chiedeva, sagacemente, Robert Musil), Durrell sapeva raccontare, sapeva far sorridere il lettore, sapeva far appassionare anche i più malfidenti (com’ero io) alla vita e agli habitat di creature come ragni e scorpioni, dai quali certo mi sarei tenuto ben lontano da adolescente.

E se l’Autore, nel tratteggiare i suoi familiari, si prende indubbiamente qualche licenza comica, sottolineando e sfruttando fin troppo le loro storture caratteriali (Larry è un intellettuale snob, Leslie un fanatico di armi e caccia, Margo una ragazza di scarso appeal e un po’ bisbetica), egli riesce però a conferire una dimensione profondamente vera e sentita alla descrizione della flora e della fauna mediterranee di Corfù, cogliendo l’essenza di un mondo ancora arcaico, lontano dalla modernità e sospeso nello spazio e nel tempo.

Popolato da personaggi da cartoon (Spiro, il tuttofare, ma anche Theodore e i diversi precettori che si alternano nel disperato tentativo di irreggimentare Gerry in un’istruzione “classica”) ma attraversato da un soffio panico di pura vitalità, il libro ha il suo centro di gravità nelle avventure di Gerry (esilaranti quelle sulla sua barchetta, battezzata Opima-Culandrona perché particolarmente tozza e tondeggiante!) e nella straordinaria figura della madre, la signora Durrell che, col suo aplomb very british, assorbe i colpi di tutte le malefatte e le bravate dei figli con invidiabile tranquillità, trasformando possibili tragedie in banali incidenti di percorso, e offrendo al lettore una continua serie di gag garbate e intelligenti, mai volgari, mai artificiose.

Costruito in parallelo sulle (dis)avventure della famiglia Durrell e sulle molteplici micro-storie legate alle creature che volta a volta Gerry porta a casa e si dedica a studiare, “La mia famiglia e altri animali” è un gioiellino di ironia e di sagacia narrativa, a volte forse un po’ sopra le righe ma terribilmente efficace nel divertire il lettore e, soprattutto, nello sfondare quella sottile ma resistente barriera di diffidenza che – ne sono certo – divide molti di noi dal mondo di rettili, uccelli e insetti, mondo che il naturalista Durrell racconta con leggerezza e garbo, con una passione e un amore indiscutibilmente sinceri.

Ragnetto

(Recensione scritta ascoltando i Maroon 5, “Animals”)

PREGI:
scrittura nitida e divertente, ritmo indiavolato, struttura classica, con alternanza tra vicende familiari e avventure “animalesche”. Un libro che contiene una disperata voglia di Sole, di mare e d’estate e che si legge col sorriso dalla prima all’ultima pagina

DIFETTI:
a volte un po’ eccessivo nel cercare l’effetto comico, popolato da personaggi stravaganti e fin troppo stralunati, non sarà il libro di un grande scrittore, ma di certo è l’opera di un onesto narratore che non pretende di reinventare la letteratura   

CITAZIONE:
“Qui a Corfù”, disse Theodore, con gli occhi che gli brillavano di orgoglio, “tutto può succedere.” Il mare striato dal chiaro di luna scintillava attraverso gli ulivi. Giù accanto al pozzo le raganelle gracidavano tutte eccitate. Due gufi stavano litigando nell’albero sotto la loggia. Nella vite sopra di noi i gechi zampettavano lungo i rami contorti, osservando avidamente gli sciami di insetti che erano attirati, come una marea, dalla luce della lampada. (pag. 149)

GIUDIZIO SINTETICO: ***

LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il sistema Mereghetti, che va da 0 a 4 stelline: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…

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NON GIUDICABILE con i sistemi ìclassiciî di voto
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QUASI PESSIMO
BRUTTO
BRUTTINO
 
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***1/2
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ACCETTABILE
DISCRETO
BUONO
MOLTO BUONO
CAPOLAVORO