LECTIO BREVIS / 1

Appunti minimi su libri letti, riletti, sfogliati

A cura di Roberto Mandile

PUNTATA 1
SIGNORE SI NASCE (O SI DIVENTA?)


UN CLASSICO: “Ritratto di signora” di Henry James
UN GIALLO: “La vittima è presente” di Ethel Lina White
DALLO SCAFFALE: “Marie la strabica” di Georges Simenon
LECTIO BREVISSIMA: “La novella del buon vecchio e della bella fanciulla” di Italo Svevo

UN CLASSICO
“D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura” (Italo Calvino)

Henry James – RITRATTO DI SIGNORA (ediz. orig. 1881)

Di cosa parla: Al seguito della zia, la giovane Isabel Archer lascia la natia America per l’Inghilterra, dove risiedono il marito della donna, il signor Touchett, e suo figlio Ralph, entrambi malati. Tutti restano affascinati dalle qualità di Isabel: tra questi, anche Lord Warburton che, innamoratosene, la chiede in moglie ma senza successo. Il vecchio Touchett, prima di morire, le lascerà in dono una cospicua eredità; Isabel, intanto, lasciata l’Inghilterra, conoscerà in Italia Gilbert Osmond che finirà per sposare…

Commento: Sontuoso romanzo, debitore, per sensibilità e raffinatezza di esplorazione dell’animo femminile, a Jane Austen, ma il romanticismo di James è incrinato da una vena decadente che si esprime nell’ambientazione italiana di gran parte della storia e nel contrasto, interno alla protagonista, tra la fedeltà alle proprie origini e la necessità di fare i conti con la realtà nuova nella quale si trova a vivere.

GIUDIZIO: ****

UN GIALLO
“Il romanzo poliziesco è un gioco intellettuale; anzi uno sport addirittura” (S.S. Van Dine)

Ethel Lina White – LA VITTIMA È PRESENTE (ediz. orig. 1931)

Di cosa parla: La signorina Anthea Vine è il prototipo della vecchia e ricca zitella. Nella sua imponente dimora sulla collina, tiranneggia i tre ragazzi che vivono con lei, adottati quando erano bambini poveri e ormai dipendenti dai suoi soldi e dai suoi capricci. Ma a detestarla sono anche altre persone del villaggio. La sua morte farebbe comodo a molti e, quando una sera viene effettivamente trovata assassinata, l’ispettore Pye ha solo l’imbarazzo della scelta nello sfogliare la rosa dei sospettati…

Commento: Il primo vero poliziesco della White (famosa soprattutto grazie alle ottime trasposizioni cinematografiche di due suoi bellissimi romanzi “La scala a chiocciola”, per la regia di Robert Siodmark, e “La signora scompare”, diretto da Alfred Hitchcock) sembra un giallo classico, ed è in effetti una detection story, ma l’autrice è maestra nel creare la suspense costruendo un’atmosfera di tensione intorno all’odiosa protagonista, differendone l’omicidio fino a due terzi del romanzo.

GIUDIZIO: ***

DALLO SCAFFALE
“La Biblioteca è così enorme che ogni riduzione d’origine umana risulta infinitesima” (Jorge Luis Borges)

Georges Simenon MARIE LA STRABICA (ediz. orig. 1952)

Di cosa parla: Sylvie e Marie, diciassette e diciotto anni, lavorano in una pensioncina; la prima è bella e impudica, come dimostra il suo spogliarsi davanti alla finestra aperta con la luce accesa per farsi vedere da Louis, un giovane ritardato che, una sera, viene trovato morto, suicida. Marie è strabica e timorosa, segnata da un’infanzia di povertà ed emarginazione. Quando Sylvie, decisa a riscattarsi ad ogni costo, parte per Parigi, Marie la segue, in cerca a sua volta di fortuna. Le due amiche si ritroveranno molti anni dopo e Sylvie non esiterà a ricorrere all’aiuto di Marie per veder realizzato un suo preciso obiettivo…

Commento: Il romanzo ruota intorno alle due figure femminili, legate inizialmente da una condizione analoga, ma separate, fin da subito, dal loro aspetto fisico, dal loro carattere e dalle loro ambizioni. Simenon, con la consueta sottigliezza psicologica, scava a fondo nelle pieghe della fragilità umana, senza moralismi e autocompiacimenti, per mostrarne, da fuori, i risvolti sul piano sociale fino al rovesciamento finale dei ruoli che avviene nel vuoto più assoluto.

GIUDIZIO: ***

LECTIO BREVISSIMA

Italo Svevo, La novella del buon vecchio e della bella fanciulla (ediz. orig. 1929)

Si impara che, ancora negli anni Venti del Novecento, si poteva dare del vecchio a un sessantenne senza troppe cautele eufemistiche; le considerazioni sull’eros senile sarebbero validissime, se la malattia e il senso di colpa del protagonista, che tenta di riscattarsi mettendosi a scrivere, non sembrassero ormai roba del secolo scorso. Abbiamo superato Freud, ma con un soprassalto di moralismo: non era la direzione indicata da Svevo.