LECTIO BREVIS / 20

Appunti e spunti minimi su libri letti, riletti, sfogliati

A cura di Roberto Mandile

PUNTATA 20
IL POTERE OSCURO DEL LIBRO


UN CLASSICO: “Auto da fé” di Elias Canetti
UN GIALLO: “Il libro che uccide” di W.F. Harvey
DALLO SCAFFALE: “Discorso dell’ombra e dello stemma” di Giorgio Manganelli
LECTIO BREVISSIMA: “Mendel dei libri” di Stefan Zweig

UN CLASSICO
“D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura” (Italo Calvino)

Elias Canetti – AUTO DA FÉ (ediz. orig. 1935)

Di cosa parla: Peter Kien, sinologo di fama, vive da solo nella sua grande casa viennese, beandosi dell’unica compagnia delle migliaia di volumi della sua sterminata biblioteca. Il maniacale attaccamento ai suoi libri è solo un’altra faccia della sua misantropia, che non risparmia nessuno, né il fratello Georg, psichiatra che dirige una clinica parigina, né il portinaio Pfaff, ex poliziotto impiccione, né la donna di servizio Therese, che, per una serie di strane circostanze, finirà per sposare e dalla quale finirà per essere cacciato dalla sua stessa casa…

Commento: Diviso in tre parti (Testa senza mondo, Mondo senza testa, Il mondo nella testa), è forse il romanzo che più di tutti suona come un de profundis sull’illusione illuminista della cultura come liberazione e progresso. Non uno dei personaggi si salva, essendo tutti animati da passioni materiali e interessi meschini, ma è soprattutto nella figura del protagonista che si delinea il lato oscuro di una civiltà che ha sacrificato l’umanità del sapere in nome del fanatismo, quella stessa civiltà che negli anni in cui il libro uscì faceva tremare l’Europa e non solo.   

GIUDIZIO: ****

UN GIALLO
“Il romanzo poliziesco è un gioco intellettuale; anzi uno sport addirittura” (S.S. Van Dine)

W.F. Harvey – IL LIBRO CHE UCCIDE (ediz. orig. 1934)

Di cosa parla: Mr Digby ha accettato di sostituire un amico libraio per un giorno. La visita di tre clienti che gli chiedono lo stesso introvabile libro è già strana di per sé. Ma quando a fine giornata si presenta un ragazzo che gli propone, insieme a una pila di altri volumi usati, anche l’acquisto del libro tanto ricercato, il suo stupore aumenta. Mr Digby compra il libro che qualcuno cercherà di rubare dal negozio nottetempo. E poco dopo, il ritrovamento di un cadavere complicherà ulteriormente l’intrigo…

Commento: Scritto da un autore che si è dedicato soprattutto all’horror e al mistery, unisce, sulla scia di alcuni romanzi di Edgar Wallace, molti degli ingredienti ricorrenti nel giallo anglosassone (dall’ambientazione in campagna all’indagine dilettantesca) alla presenza di un intrigo politico, seppure collegato alla storia principale. È, alla lunga, un po’ noioso e il colpevole viene scoperto troppo presto.

GIUDIZIO: **

DALLO SCAFFALE
“La Biblioteca è così enorme che ogni riduzione d’origine umana risulta infinitesima” (Jorge Luis Borges)

Giorgio Manganelli – DISCORSO DELL’OMBRA E DELLO STEMMA (ediz. orig. 1982)

Di cosa parla: «Esisteva un tempo in cui non c’era letteratura». Inizia così questo libro sui libri, che si propone di distorcere tutte le certezze positive sulla letteratura. Attraverso lampi, intuizioni, disamine erudite, se ne deduce, pagina dopo pagina, un’immagine deformata dello scrivere, che non è altro che una grande menzogna, ma anche del leggere (per non parlare del criticare), tutte attività che anziché discendere da un atto razionale di controllo della parola, sono in realtà dominate dal riso antico di Dioniso, che fa della letteratura una cosa da dementi…

Commento: Attingendo a una vasta e non convenzionale cultura, che sa muoversi a proprio agio tanto nei meandri della filologia quanto nelle pieghe dell’immaginario archetipico fondato sul mito, Manganelli dà un saggio della sua originalità nel panorama della critica e della letteratura italiana del Novecento riuscendo a demolire l’ideale della letteratura come conquista di civiltà e riconsegnandola a quel livello di percezione che James Hillman ha chiamato “immaginale”. Il tutto scritto in una prosa meravigliosamente barocca, l’unica possibile.

GIUDIZIO: ***½

LECTIO BREVISSIMA

Stefan Zweig – MENDEL DEI LIBRI (1929)

Vienna, anni Venti. Un uomo, entrando in un caffè, capisce di essere capitato nello stesso locale che frequentava, con un altro nome e un’altra gestione, in gioventù. Chiede notizie di Jakob Mendel, un ebreo assiduo frequentatore del caffè, venditore di libri usati e dotato di una straordinaria memoria. Nessuno ne sa niente, tranne la custode della toilette, che gli racconterà come la guerra abbia travolto il mite Mendel e la sua passione per i libri.
Nell’Austria che aveva dato i natali a Hitler (che se la riprenderà nel 1938), Zweig coglie, con la lungimirante lucidità di sguardo che lo contraddistingue, i segni della tragedia incombente in una storia ineccepibile sulla caducità e sull’oblio, in cui tutto ciò che è fragile, siano libri o uomini, viene travolto senza distinzioni.