LECTIO BREVIS / 87

Appunti e spunti minimi su libri letti, riletti, sfogliati

A cura di Roberto Mandile

PUNTATA 87
ALLA MANIERA DI…

UN CLASSICO: “Esercizi di stile” di Raymond Queneau
UN GIALLO: “Furto d’identità” di Pierre Boileau e Thomas Narcejac
DALLO SCAFFALE: “I ferri del Mestiere. Manuale involontario di scrittura con esercizi svolti” di Carlo Fruttero & Franco Lucentini
LECTIO BREVISSIMA: “Piove” di Eugenio Montale

UN CLASSICO
“D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura” (Italo Calvino)

Raymond Queneau – ESERCIZI DI STILE (ediz. orig. 1963)

Di cosa parla: Notazioni. Sulla S, in un’ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, cappello floscio con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso, con pretese di cattiveria. Non appena vede un posto libero, vi si butta. Due ore più tardi lo incontro alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. È con un amico che gli dice: «Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito». Gli fa vedere dove (alla sciancratura) e perché.

Commento: Un banale episodio di vita quotidiana: la trama è tutta qui, nelle poche righe riportate sopra. Ma in quanti modi si può raccontarlo? Raymond Queneau si cimenta, in questo libro fondamentale della letteratura sperimentale (anzi, potenziale) del Novecento, in novantanove variazioni stilistiche, giocando sui registri (vedi ad esempio le riscritture “Ampolloso” o “Volgare”), sulle tipologie testuali (“Lettera ufficiale”, “Comunicato stampa”), sulle forme e i generi letterari (“Sonetto”, “Canzone”, “Commedia”), ma anche sulle figure retoriche (“Litoti”, “Metaforicamente”), sui giochi di parole (“Anagrammi”, “Lipogrammi”), sui prestiti e i calchi linguistici (“Anglicismi”, “Ellenismi”) e altro ancora. È solo un divertimento fine a sé stesso? No, è la prova che la forma in letteratura è tutto. E che il divertimento semmai è indispensabile per la buona letteratura.

GIUDIZIO: ****

UN GIALLO
“Il romanzo poliziesco è un gioco intellettuale; anzi uno sport addirittura” (S.S. Van Dine)

Pierre Boileau e Thomas Narcejac – FURTO D’IDENTITÀ (ediz. orig. 1959)

Di cosa parla: C’è Sherlock Holmes alle prese con il caso di Nightingale Mansion, che vede una sposa in pericolo. C’è Arsène Lupin che deve difendersi da un’accusa di omicidio. C’è Padre Brown coinvolto in una seduta spiritica che finisce con un assassinio. C’è Hercule Poirot chiamato a chiarire il mistero di Loch Bliss. C’è Ellery Queen che dà prova delle sue abilità logiche nel caso dei palloncini rossi. C’è Maigret che indaga su un crimine in apparenza già risolto. C’è Nero Wolfe che lascia la sua casa per salvare la vita di uno scienziato che avrebbe inventato l’orchidea rossa…
Commento: Dalla premiata ditta del poliziesco francese (anche se l’idea e la stesura dei testi è del solo Narcejac) diciotto racconti scritti alla maniera di alcuni dei più grandi autori del poliziesco. Coerentemente con la loro più autentica vocazione letteraria, i due si mostrano decisamente più a loro agio con il noir, meno con il giallo classico a enigma, dove gli esiti sono altalenanti (ben riusciti i racconti ispirati a Conan Doyle, Simenon, Dorothy Sayers; lasciano qualche perplessità quelli modellati su Chesterton, Agatha Christie, Ellery Queen, Rex Stout).  

GIUDIZIO: **½

DALLO SCAFFALE
“La Biblioteca è così enorme che ogni riduzione d’origine umana risulta infinitesima” (Jorge Luis Borges)

Carlo Fruttero & Franco Lucentini – I FERRI DEL MESTIERE. MANUALE INVOLONTARIO DI SCRITTURA CON ESERCIZI SVOLTI (ediz. orig. 2003)

Di cosa parla: Tra il manuale e il diario, una raccolta di scritti, articoli, interventi, ma anche di esercizi dimostrativi sulla letteratura e dintorni: dalla parodia, che dovrebbe diventare esercizio scolastico obbligatorio, al modo di scrivere i dialoghi, dalle lezioni di traduzione alla redazione delle quarte di copertina, passando per i generi amati da lettori e coltivati in anni di professione nel mondo dell’editoria: la fantascienza in primis, con la collana “Urania” a lungo diretta dagli autori (e portata a un successo di vendita e a una dignità letteraria impensabili), e poi il giallo (praticato con mirabili risultati da La donna della domenica in avanti), le storie di fantasmi, i fumetti…

Commento: Se pensate che un libro che parla di libri sia una noia mortale, avete modo di ricredervi. D’altronde non potrebbe essere altrimenti, considerato che l’unico elemento, dichiarano F&L, che abbiano mai preso in considerazione per valutare la qualità di un libro è proprio il livello di noia suscitato: inutile precisare che i due criteri (qualità e noia) sono inversamente proporzionali. È uno spasso unico leggere dunque le lezioni di Lucentini che su “Urania” demolisce le traduzioni dilettantesche dei lettori o la stroncatura di quello che oggi si definirebbe un instant book sull’alluvione di Firenze del 1966 (“Ma quando impareranno gli italiani, ti chiediamo dal deserto, a scrivere senza grondare melassa? Quando usciremo dall’età dell’aggettivo per entrare in quella del sostantivo?”). Per non parlare del commovente articolo con cui, sulle pagine de “La Stampa”, il 7 settembre del 2002, Fruttero dava l’addio al suo compagno Lucentini, in occasione della sua scomparsa. Se poi, a lettura ultimata, scoprirete che non c’è limite al divertimento di ascoltare F&L parlare di libri, potrete cercare i (pochi, purtroppo) frammenti disponibili online della loro trasmissione televisiva “L’arte di non leggere” (1994), anche solo per scoprire che l’unico rimedio alla noia è l’ironia.

GIUDIZIO: ****

LECTIO BREVISSIMA

Eugenio Montale – PIOVE (in “Satura”, 1970)

Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.

Piove
da un cielo che non ha
nuvole.
Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.

Piove
sulla tua tomba
a San Felice
a Ema
e la terra non trema
perché non c’è terremoto
né guerra.

Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia
e sulla greppia nazionale.

Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,
piove senza che il vento
smuova le carte.

Piove
in assenza di Ermione
se Dio vuole,
piove perché l’assenza
è universale
e se la terra non trema
è perché Arcetri a lei
non l’ha ordinato.

Piove sui nuovi epistèmi
del primate a due piedi,
sull’uomo indiato, sul cielo
ominizzato, sul ceffo
dei teologi in tuta
o paludati,
piove sul progresso
della contestazione,
piove sui work in regress,
piove
sui cipressi malati
del cimitero, sgocciola
sulla pubblica opinione.

Piove ma dove appari
non è acqua né atmosfera,
piove perché se non sei
è solo la mancanza
e può affogare.

Montale
Eugenio Montale