# 60 – Apostolos Doxiadis – ZIO PETROS E LA CONGETTURA DI GOLDBACH (Bompiani, 2010, ed. orig. 1992 – pagg. 141)
“Ogni numero pari maggiore di 2 è la somma di due numeri primi”: questo affermò, con la collaborazione di Eulero, Christian Goldbach – senza poterlo però dimostrare – nel 1742. Da allora, nessuno è riuscito a dimostrare matematicamente la validità di questa celeberrima congettura. Fino a quando Petros Papachristos, matematico di valore e, proprio per questo, mai apprezzato in famiglia e considerato una “pecora nera”, non decide di mettersi al lavoro con l’ausilio di un buon numero di fagioli…
A metà tra autobiografismo (l’Autore è un australiano di origine greca e ha svolto studi di matematica) e romanzo puro, questo piccolo libro si inscrive nella categoria dei “thriller scientifici”, ma con un tocco molto più delicato e commediale rispetto ad altri rappresentanti della medesima, nutrita categoria. Non ci sono codici nascosti, inseguimenti, aggressioni, omicidi e grandi rivelazioni nel libro di Doxiadis: c’è, invece, la storia di un uomo ossessionato dai numeri, un uomo profondamente incompreso anche da coloro che gli vivono accanto (anzi, soprattutto da loro!), un uomo la cui storia – anche tragica – passa in secondo piano rispetto alla missione della vita: dimostrare una congettura forse indimostrabile.
Sì, perché Goldbach, messo alla prova, calcolo dopo calcolo, sembrerebbe avere ragione: ogni numero pari maggiore di due, in effetti, è il risultato della somma di due numeri primi. A furia di calcolare, la congettura può dirsi dimostrata in chiave statistica, nel senso che non si è mai trovato un numero pari superiore a due che non fosse la somma di due numeri primi. Ma questo può bastare a noi povere menti sublunari, a noi letterati persi nelle nostre letture e nei nostri sogni (soprattutto quando fossimo, come nel mio caso, particolarmente negati per la matematica!). Non basta certo, però, a quelle (rare) menti per le quali i numeri sono tutto, e non fanno lo stesso effetto – sconfortante – che fanno a me, e alla maggior parte degli abitanti di questo minuscolo pianeta. La bellezza del libro di Doxiadis sta proprio nella capacità di farci familiarizzare con il fascino dell’enigma matematico e, di conseguenza, con la umana, bisbetica, contraddittoria ma suo modo dolcissima figura di zio Petros, perso nei suoi studi e nei suoi fagioli, con i quali costruisce un metodo di calcolo innovativo e – chissà – forse decisivo per questa apparentemente impossibile dimostrazione.
Il racconto si innesta tutto sul rapporto, contrastato ma anche affettuoso, tra zio e nipote (il narratore della storia, che sembra oggettivamente un alter ego dello stesso Doxiadis), due “pecore nere” che si scoprono vicini e, loro malgrado, si confortano a vicenda, che sono – in un certo senso – l’uno il pubblico dell’altro. Due “numeri primi”, a loro volta, che sommati danno come risultato un piccolo romanzo garbato innervato di matematica e storia, di vicende personali raccontate con inusuale pudore ed enigmi matematici che non arrivano mai a dominare il tono – tutto sommato leggero – della narrazione. Non un thriller in senso stretto, ma una piccola, gustosa avventura umana e intellettuale che infila l’inventato Petros Papachristos tra mostri sacri come Hardy, Littlewood, Ramanujan, Turing e Gödel, e che non può lasciare indifferenti laddove ci si avvicini ad essa senza preconcetti e senza odio nei confronti della matematica, ma con una sana dose di curiosità.
(Recensione scritta ascoltando i Daughter, “Numbers”)
PREGI:
lettura veloce e piacevole, senza troppi svolazzi e senza che l’Autore tenti di spingersi laddove non sarebbe in grado di arrivare
DIFETTI:
ovviamente chi non nutre alcuna curiosità nei confronti degli enigmi matematici vedrebbe l’interesse della lettura dimezzarsi drasticamente
CITAZIONE:
“L’intuito è la sola arma che resta a un matematico quando non dispone di una prova. Quando una verità è così fondamentale, così semplice da enunciare, e tuttavia così incredibilmente resistente a qualsiasi forma di ragionamento sistematico, non possono esserci altre spiegazioni. A mia insaputa, mi ero imbattuto in un autentico supplizio di Sisifo.” (pag. 101)
GIUDIZIO SINTETICO: **½
LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il “sistema Mereghetti”, che va da 0 a 4 “stelline”: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…