DIARIO DI UN KILLER SENTIMENTALE – Luis Sepúlveda

# 316 – Luis Sepúlveda – DIARIO DI UN KILLER SENTIMENTALE (Il Sole 24 Ore, 2011, ediz. orig. 1996, pagg. 72)

Killer di mezz’età che lavora in esclusiva per un unico cliente, di cui conosce solo la voce al telefono quando lo chiama per passargli un incarico, il protagonista di questo romanzo breve del compianto Luis Sepúlveda è meno solitario di quanto si potrebbe pensare: da tre anni, infatti, convive a Parigi con una bella ragazza molto più giovane di lui, che egli chiama, con poca eleganza ma con notevole efficacia, “la mia figa francese”. Ricevuto l’incarico di uccidere un uomo che ha a che fare con la gestione di alcune ONG, il killer deve altresì andare all’aeroporto a prendere la sua bella, di ritorno dalla vacanza in Messico che lui le ha pagato. Ma la brutta sorpresa è dietro l’angolo: la “figa francese” lo avverte per lettera di essersi innamorata di un altro e che non tornerà nella data stabilita. Vuole vederlo a Parigi per chiarire le cose. E così, tra la necessità di seguire il suo bersaglio di città in città per mezzo mondo – Madrid, Istanbul, Francoforte – e la rabbia essersi giocato la ragazza, il killer perde un po’ di lucidità e finisce per volerne sapere di più della vittima. Errore madornale per chi deve uccidere qualcuno! E quando finalmente il bersaglio atterra a Città del Messico, dove dovrà tassativamente essere ucciso, una incredibile sorpresa attende il killer in crisi sentimentale.     

Il problema dei romanzi brevi come questo è che l’arco narrativo è fatalmente troppo compresso e così, anche quando i personaggi sono interessanti, semplicemente non c’è abbastanza spazio per approfondirli e sviscerarne le motivazioni. Non si tratta, ovviamente, di un difetto in senso stretto; è una caratteristica di questa particolare forma narrativa, un po’ come, a scacchi, una partita lampo, con pochi minuti a disposizione dei giocatori per pensare alle mosse, non può avere la stessa profondità di una partita su tempo lungo, in cui ai giocatori sono concesse più di due ore a testa.

Nulla di male, perciò, nel fatto che il ritmo narrativo di questo “Diario di un killer sentimentale” sia un po’ troppo veloce e che la scrittura si dipani a volte per grandi ellissi. Suddiviso in capitoli ciascuno dei quali dedicato a uno dei giorni della convulsa settimana che il protagonista si trova a vivere dopo aver ricevuto l’incarico di uccidere un uomo e la lettera con cui di fatto la sua ragazza lo lascia, il racconto ha il suo punto di forza nell’ironia della voce narrante, che è quella del killer, ovviamente, e nel modo in cui affronta la tematica sentimentale, mescolando Eros e Thanatos (tema certo non nuovo) in modo spiritoso e disilluso, allo stesso tempo passionale e distaccato. Impermeabile per scelta e per mestiere alle emozioni, il protagonista non può evitare di affrontare quello che dovrebbe essere il suo ultimo incarico in una condizione di spirito non certo idonea a realizzare un perfetto e asettico assassinio.

Anzitutto, la vittima designata gli pare una brava persona e questa non è certo la migliore premessa per assassinarlo; in secondo luogo, i ricordi della “figa francese” lo assediano, nonostante lui tenti di liberarsene col sesso a pagamento, da sempre rifugio degli uomini dalla vita solitaria e priva di affetti. Razionalizzatore estremo, il killer pensa a sé stesso come a un uomo fortunato che, nonostante il suo mestiere lo sconsigliasse, ha comunque vissuto tre anni di un amore vero e passionale, con una ragazza volitiva e scatenata, desiderosa di imparare da un uomo più maturo di lei, un po’ figlia e un po’ compagna, insomma, non proprio una “lolita” ma certamente una figura femminile che abita i sogni di moltissimi uomini, e che Sepúlveda è bravo a far emergere con pochi, pochissimi cenni, come un disegnatore che, con dei rapidi tratti di carboncino, riesce a delineare i caratteri essenziali di un volto e di un’anima.

Sospeso tra un gusto hard boiled tutto nordamericano, con qualche tocco europeo alla Simenon, e una carnalità squisitamente sudamericana, “Diario di un killer sentimentale” è una novella gradevole per quanto non epocale, nella quale non mancano i tocchi sapienti di tensione e di erotismo, ma la cui trama, alla fine, è piuttosto scontata e non viene riscattata dalla sorpresa finale, che sinceramente un lettore appena smaliziato intuisce molto per tempo. Giochino letterario sul tema dell’amour fou, piccolo, grazioso omaggio a un genere – il noir – che ha regalato alla letteratura del ‘900 opere memorabili, “Diario di un killer sentimentale” è un buon punto d’ingresso nell’opera e nel pensiero di un Autore che merita indubbiamente di essere conosciuto anche per lavori di maggior peso.

(Recensione scritta ascoltando Paolo Conte, “Via con me”)

PREGI:
la concisione è a tratti estrema, e insegna molto sull’arte di non dilungarsi inutilmente. Inoltre, l’Autore è troppo bravo per non padroneggiare alla perfezione il tono e il linguaggio del genere noir, e riesce a costruire un protagonista credibile e una “pupa” interessante, anche se appena accennata

DIFETTI:
alcuni passaggi sono decisamente un po’ confusi (specie nell’episodio a Istanbul) e l’arco narrativo è per forza di cose molto esile, assommando troppi eventi in un’unica, poco plausibile settimana. Coraggioso, ma non del tutto sorprendente, il finale 

CITAZIONE:
“Tre anni con lei. Si fece donna in fretta, le fiorirono i fianchi a forza di usarli, il suo sguardo divenne astuto, capì che il piacere sta nell’essere esigenti, s’innamorò della seta sulla pelle, dei profumi esclusivi, dei locali con camerieri eleganti come ambasciatori e dei gioielli firmati. Fece un bel passo da bambina a gran figa.” (pag. 13)

GIUDIZIO SINTETICO: **

LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il sistema Mereghetti, che va da 0 a 4 stelline: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…

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NON GIUDICABILE con i sistemi ìclassiciî di voto
PESSIMO
QUASI PESSIMO
BRUTTO
BRUTTINO
 
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**1/2
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***1/2
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ACCETTABILE
DISCRETO
BUONO
MOLTO BUONO
CAPOLAVORO