ESPIAZIONE – Ian McEwan

# 4 – Ian McEwan – ESPIAZIONE (Einaudi, 2002 – pag. 381)

In un giorno d’estate del lontano 1935, in una splendida villa nella campagna inglese, in un mondo non ancora inchiodato alle sue responsabilità dal dramma della Seconda Guerra Mondiale, si compie per intero il destino della tredicenne Briony Tallis, scrittrice in erba e innocente ragazzina che prenderà una decisione troppo più grande di lei, una decisione che segnerà l’intera sua vita a venire, e non solo la sua ma anche quella di molti altri personaggi.    

Con “Espiazione” siamo in presenza del capolavoro assoluto di uno scrittore sottilissimo come Ian McEwan. Non c’è una frase fuori posto in questa mirabile costruzione narrativa, non c’è un personaggio che stoni, non un accento che non sia collocato a proposito. McEwan costruisce una grande commedia che diventa tragedia, quasi a raccontarci di come non esistano “generi” in quel racconto tristeallegro, nitido e assurdo, che è la vita: tutto può scivolare in un istante da un piano ad un altro, tutto può trasformarsi, nulla dura in eterno e soprattutto nessuno può tornare indietro, in questo spettacolo tremendamente serio, anche sotto l’apparenza lieve e innocente di una vacanza estiva.

Quali saranno i momenti che segneranno la nostra vita? Quali le decisioni delle quali finiremo per pentirci amaramente, pur non potendo fare nulla per cambiarle, se non forse… diventare scrittori, per poter almeno immaginare una continuazione diversa, per poter riscrivere la storia a nostro piacimento, ben consapevoli, tuttavia, che di invenzione si tratta, e non di realtà? McEwan ha la forza di interrogarsi su tutto, di proporci interrogativi di impressionante profondità pur raccontando, all’apparenza, una tranquilla storia familiare, addirittura banale all’inizio, con tutta la prima parte ambientata durante la vacanza estiva in villa, una vacanza quieta e sonnacchiosa, entro i confini della quale proprio non riusciamo a vedere che cosa potrebbe degenerare in dramma. E allora continuiamo a leggere, un po’ come continuiamo a leggere le prime cento pagine della “Recherche” anche se esse sembrano avvitarsi tutte attorno a un bacio non dato, e a una casa di campagna, e a qualche passeggiata tra i biancospini…

La Combray proustiana è riecheggiata nella casa Tallis dell’inizio di “Espiazione”, con i suoi piccoli riti, i suoi punti abissali di silenzio e di canicola, e i sogni infantili che vi si intrecciano, destinati a morire, o chissà, forse no, forse destinati a finire in un libro, più che nella realtà… Perché “Espiazione” non è solo il racconto di decisioni sbagliate e drammatiche, è anche un libro sul Tempo e sulla scrittura. Sul Tempo che non può essere riavvolto, e che – come nel musiliano fiume “che trascina con sé le proprie sponde” – ci cambia continuamente, anche quando non ce ne accorgiamo (anzi, proprio quando non ce ne accorgiamo!), e sulla scrittura, che forse contro lo scorrere del tempo, e contro i rimorsi che esso comporta, è l’unico vero baluardo. Perché in fondo McEwan si interroga sempre sull’atto “demoniaco” dello scrivere (e chi ha letto “Miele” o “Lettera a Berlino” non può non saperlo!), e non sempre per assolvere (e assolversi). Vero cara, piccola, dolce, illusa, addolorata Briony Tallis?    

(Recensione scritta ascoltando Lana Del Rey, “Summertime Sadness”… e sorseggiando una Birra Montegioco “Garbagnina”!)

PREGI:
una scrittura meravigliosa per precisione e profondità, uno sviluppo di trama che avvince sempre più, fino ad un entusiasmante epilogo (sorprendentemente in prima persona) 

DIFETTI:
per chi non fosse abituato a leggere, tutta la prima parte potrebbe apparire un po’ ostica, più per il ritmo blando che per altro. Ma è un difetto per modo di dire, perché la pazienza viene ampiamente ricompensata!

CITAZIONE:
“Ogni persona è, tra le altre cose, un oggetto facile da rompere e difficile da riparare.” (p. 311)

GIUDIZIO SINTETICO: ****

LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il “sistema Mereghetti”, che va da 0 a 4 “stelline”: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…

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0
1/2
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*1/2
NON GIUDICABILE con i sistemi “classici” di voto
PESSIMO
QUASI PESSIMO
BRUTTO
BRUTTINO
 
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**1/2
***
***1/2
****
ACCETTABILE
DISCRETO
BUONO
MOLTO BUONO
CAPOLAVORO