LA SETTIMANA BIANCA – Emmanuel Carrère

# 2 – Emmanuel Carrère – LA SETTIMANA BIANCA (Adelphi, 2014 – ediz. orig. 1995 – pag. 139)

copertina libro La settimana biancaLa gita con la scuola per imparare a sciare (la “classe de neige” cui fa riferimento il titolo originale) si trasforma in un incubo per il piccolo Nicolas, diviso tra la fascinazione per le storie dell’orrore (che legge di nascosto) e un orrore più grande, incombente su di lui, che l’inattesa e fragile amicizia col bullo Hodkann non basterà ad evitare… Carrère prima di Carrère: così mi piacerebbe sintetizzare questo romanzo limitato nelle dimensioni, ma molto ambizioso e profondo nello sviluppo. Perché, diciamolo chiaramente, di Emmanuel Carrère ricordiamo tutti con più facilità i libri successivi alla “Settimana bianca”, quei libri nei quali lo scrittore ha fissato non solo il suo stile, ma anche la sua particolare forma narrativa, quell’impasto di cronaca e letteratura, di racconto e autobiografismo che hanno fatto la fortuna dei vari “Limonov”, “Vite che non sono la mia” e, soprattutto, de “L’avversario”, lucida disamina di un celebre caso di cronaca nera. Beh, “La settimana bianca” non è niente di tutto ciò, è quello che forse Georges Simenon avrebbe definito un “romanzo-romanzo”, ovvero un romanzo puro, un racconto giallo-noir, teso e ben orchestrato, sospeso tra fantasie (e paranoie) infantili e accadimenti reali.

La particolarità, però, è che tutto ciò che è “reale”, nel libro di Carrère, avviene in un certo senso “fuori campo”, ed entra nel racconto sotto forma di paura infantile, di timore ancestrale. Carrère è uno scrittore di indubbio talento, e nelle sue mani il gioco (al massacro) funziona: la lettura procede, incollata al personaggio fragile di Nicolas, dentro la sua stessa mente, abitata da fantasmi di vario tipo, ma anche da sorprendenti – e menzogneri – momenti di sollievo, come l’amicizia con il prepotente Hodkann, personaggio che nulla ha da invidiare alle discutibili gesta dei tanti bulli odierni (e non letterari) che popolano la galassia Youtube. Il gran segreto del libro è, fondamentalmente, che non ci sono segreti: Carrère instilla fin da subito nel lettore una quantità di atroci sospetti, e il dipanarsi del libro non è altro che l’ingrossarsi della pallottola di neve che, piano piano, ha preso a rotolare giù per il pendio. Non vorremmo scoprire ciò che è realmente accaduto, eppure – un po’ come Nicolas coi suoi racconti orrorifici – non possiamo smettere di leggere, perché l’Autore ci avviluppa, con indubbia maestria, nel suo gioco, ci avvolge nell’impasto di fantasia e realtà che è la mente di Nicolas, e manovra alla perfezione un congegno narrativo che ha un che di hitchcockiano, nella sua inesorabilità. Un libro perfetto, dunque? Sicuramente un libro bello, levigato come un manto di neve intatta, appena caduta, formalmente curatissimo e un po’ autocompiaciuto (ma non è necessariamente un male!), ma anche, se vogliamo, un po’ freddo e distaccato, come un grande esercizio di stile.           

(Recensione scritta ascoltando Mychael Danna – “Thin Ice”)

PREGI:
la brevità, che consente all’Autore di atterrire il lettore senza esagerazioni e senza troppe false piste

DIFETTI:
la brevità, che comprime un po’ l’intero arco narrativo (con però uno straordinario flashforward a metà libro!) e toglie un po’ di respiro al racconto 

CITAZIONE:
“Cosa potranno mai pensare i genitori, eh? Che il figlio è morto? Oppure che sarà vivo da qualche parte, che sarà cresciuto? Uno vede i dati segnaletici, la giacca a vento, i moon boot, un metro e dodici di altezza, trentun chili di peso, e poi vede la data, e sono passati sette anni. Sette anni che il bambino è alto un metro e dodici e pesa trentun chili. Che senso ha?”  

GIUDIZIO SINTETICO: **½

LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il “sistema Mereghetti”, che va da 0 a 4 “stelline”: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…

?
0
1/2
*
*1/2
NON GIUDICABILE con i sistemi “classici” di voto
PESSIMO
QUASI PESSIMO
BRUTTO
BRUTTINO
 
**
**1/2
***
***1/2
****
ACCETTABILE
DISCRETO
BUONO
MOLTO BUONO
CAPOLAVORO