LECTIO BREVIS / 15

Appunti e spunti minimi su libri letti, riletti, sfogliati

A cura di Roberto Mandile

PUNTATA 15
ISOLE E DINTORNI


UN CLASSICO: “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe
UN GIALLO: “Il re è morto” di Ellery Queen
DALLO SCAFFALE: “Il paradiso del diavolo” di James G. Ballard
LECTIO BREVISSIMA: “L’isola del dottor Moreau” di Herbert George Wells

UN CLASSICO
“D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura” (Italo Calvino)

Daniel Defoe – ROBINSON CRUSOE (ediz. orig. 1719)

Di cosa parla: Figlio di un mercante tedesco emigrato in Inghilterra, Robinson Crusoe, disattendendo le aspettative del padre, che lo vorrebbe avvocato, decide di seguire la sua passione per la vita marinara e, a diciannove anni, s’imbarca in cerca di avventure. Fatto prigioniero in Africa dai pirati, riesce a scappare e ad arrivare in Brasile, dove gestirà una piantagione di canna da zucchero, finché, durante una spedizione per procurarsi schiavi, a seguito di un naufragio si ritroverà, unico sopravvissuto, su un’isola deserta…

Commento: Capostipite del romanzo moderno, è soprattutto il ritratto di un’epoca e di una civiltà, il Settecento inglese, dei cui valori (o disvalori, probabilmente, secondo gli attivissimi censori in circolazione) Robinson Crusoe è l’incarnazione: dotato di spirito imprenditoriale, scoprirà, dopo il naufragio, l’importanza della Bibbia, e consoliderà, dopo lunghi anni di solitudine, la vocazione civilizzatrice dell’uomo bianco con il selvaggio Venerdì.

GIUDIZIO: ***

UN GIALLO
“Il romanzo poliziesco è un gioco intellettuale; anzi uno sport addirittura” (S.S. Van Dine)

Ellery Queen – IL RE È MORTO (ediz. orig. 1952)

Di cosa parla: Abel Bendigo è determinato a ingaggiare entrambi i Queen, il padre Richard, ispettore di polizia di New York, e suo figlio Ellery, scrittore e investigatore dilettante, per scoprire chi è l’autore delle lettere di minaccia recapitate a suo fratello, il milionario King, produttore di munizioni. Le lettere contengono l’annuncio della morte dell’uomo, con tanto di data e ora precisa. Ellery e suo padre partono quindi per l’isola in mezzo all’Oceano Atlantico che King ha trasformato nel suo impero: qui si consumerà un delitto impossibile, in una stanza ermeticamente chiusa e sorvegliata a vista…

Commento: Il ventiduesimo romanzo della premiata coppia di cugini Dannay-Lee è un giallo con risvolti politici, che offre nella figura di King Bendigo l’ennesimo ritratto del milionario eccentrico e dispotico (personaggio che è quasi un feticcio dei romanzi di Ellery Queen); l’ambientazione insulare funziona come amplificazione del luogo chiuso in cui si consuma il delitto; l’enigma in sé è abbastanza interessante anche se non così misterioso, ma l’atmosfera funziona e la storia regge.

GIUDIZIO: **½

DALLO SCAFFALE
“La Biblioteca è così enorme che ogni riduzione d’origine umana risulta infinitesima” (Jorge Luis Borges)

James G. Ballard – IL PARADISO DEL DIAVOLO (ediz. orig. 1994)

Di cosa parla: La dottoressa Barbara Rafferty ha una nuova causa per cui combattere: salvare l’atollo di Saint-Esprit, nel Pacifico, dagli esperimenti nucleari francesi per farne il paradiso degli albatros. Insieme a un gruppo di attivisti, tra i quali l’adolescente Neil, si impegna per fare dell’isola una riserva ecologica. Ben presto però la causa ambientalista sembra non bastare più alla dottoressa e la lotta contro i francesi lascia il posto a un progetto più radicale e più inquietante, di matrice femminista…

Commento: La degenerazione delle utopie, tema ricorrente se non portante dell’opera di Ballard, è al centro anche di questo romanzo, dove lo stile piano e la struttura lineare sono solo in apparente contrasto con la folle e atroce piega che prendono i fatti nel corso della narrazione. Le intuizioni dello scrittore britannico sono, in realtà, più che oracolari visioni il frutto di un’acutissima capacità di leggere la contemporaneità.

GIUDIZIO: ***

LECTIO BREVISSIMA

Herbert George Wells – L’ISOLA DEL DOTTOR MOREAU (1896)

A seguito di un naufragio, un uomo si ritrova su un’isola del Pacifico che uno scienziato folle ha trasformato in un laboratorio dove si praticano esperimenti di vivisezione per umanizzare animali. In pieno positivismo, uno dei padri illustri della fantascienza, dà vita a un romanzo distopico che, omaggiando Poe e Stevenson, mette in guardia sui rischi della tecnica svincolata dalla morale. Si potrebbe leggere, naturalmente, anche in chiave sociale e politica come una critica all’alienazione indotta dal progresso materiale, senza dimenticare però che Wells sposò appieno alcune delle cause progressiste della sua epoca, dal socialismo al pacifismo.