LECTIO BREVIS / 60

Appunti e spunti minimi su libri letti, riletti, sfogliati

A cura di Roberto Mandile

PUNTATA 60
IN ALTRI PANNI

UN CLASSICO: “Enrico IV” di Luigi Pirandello
UN GIALLO: “È scomparso un caro ometto” di Ethel Lina White
DALLO SCAFFALE: “Gas esilarante” di Pelham Grenville Wodehouse
LECTIO BREVISSIMA: “Non mio, non mio è quanto scrivo” di Fernando Pessoa

UN CLASSICO
“D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura” (Italo Calvino)

Luigi Pirandello – ENRICO IV (ediz. orig. 1921)

Di cosa parla: A seguito di una caduta da cavallo avvenuta durante una festa in costume, da circa vent’anni un uomo è convinto di essere l’imperatore germanico Enrico IV, il personaggio che impersonava al momento della disgrazia. Tutti intorno a lui, per assecondarlo, si vestono con abiti medievali e si fingono personaggi dell’epoca. Si adeguano anche i suoi amici d’un tempo che sono venuti a visitarlo insieme al nipote Carlo Di Nolli: la marchesa Matilde, sua figlia Frida e il suo amante, il barone Belcredi. Con loro c’è anche un medico, intenzionato a studiare il caso e a proporre una soluzione per propiziare la guarigione…

Commento: Scritta nel 1921, lo stesso anno di Sei personaggi in cerca d’autore, è la più straordinaria messa in scena della pazzia come finzione necessaria alla vita. Il protagonista, che entra in scena quasi alla fine del primo atto e non ha nome (se non quello del personaggio che impersona), smonta, nel resto del dramma, i falsi convincimenti degli altri personaggi, nonché dello spettatore, sulla sua follia, per poi ridare loro corpo (e un nuovo significato) nel finale. Se recitare è vivere, il teatro in cui tutti recitano personaggi che, a loro volta, recitano, può solo amplificare, anche grazie ai ritratti (carnevaleschi) di Enrico IV e Matilde di Toscana presenti in scena, l’effetto di distorsione della realtà, che ciascuno è convinto sia una e autentica.

GIUDIZIO: ****

UN GIALLO
“La Biblioteca è così enorme che ogni riduzione d’origine umana risulta infinitesima” (Jorge Luis Borges)

Ethel Lina White – È SCOMPARSO UN CARO OMETTO (ediz. orig. 1935)

Di cosa parla: La morte del caro signor Charles Baxter, dovuta alle conseguenze di un’influenza, ha destato viva partecipazione nel villaggio di Starminster. Tutti si stringono intorno alla moglie Vera, testimoniando la propria simpatia per il defunto, uomo mite e gentile. Eppure, le cose non sono come sembrano: Charles, infatti, non è affatto scomparso, ma è l’artefice, insieme alla consorte e all’amico Puggy Williams, di una truffa ai danni dell’assicurazione, in base alla quale egli deve essere creduto morto e scomparire per qualche tempo, assumendo una nuova identità…

Commento: Esempio anomalo di giallo a togliere: il reato in sé non è di prima grandezza, e i personaggi sono in fondo tutto tranne che criminali. Ma l’originalità della storia e la scrittura della White, maestra di suspense abile qui a tessere i fili dell’intreccio e a tenere desta l’attenzione del lettore ironizzando sulla dabbenaggine del protagonista, sanno rendere gradevole la lettura di una storia che annovera tra i suoi pregi anche la brevità.

GIUDIZIO: **½

DALLO SCAFFALE
“La Biblioteca è così enorme che ogni riduzione d’origine umana risulta infinitesima” (Jorge Luis Borges)

Pelham Grenville Wodehouse – GAS ESILARANTE (ediz. orig. 1936)

Di cosa parla: Il ventisettenne Reginald, divenuto improvvisamente conte di Havershot, lascia l’Inghilterra per gli Stati Uniti. Destinazione Hollywood: lì deve incontrare il cugino Egermont che ama troppo l’alcool per riportarlo sulla retta via. Sulla sua strada, però, trova anche l’attrice Aurora June che, sotto una facciata angelica, è in realtà determinata a far cadere Reginald nelle sue grinfie. A guastare i piani del conte sarà una seduta dal dentista: al risveglio dall’anestesia il giovane dovrà fare i conti con uno strano scambio di personalità che lo porterà nei panni di un ragazzino, divo del cinema…

Commento: Nella fluviale opera del grande autore inglese, è uno dei pochi romanzi che non fa parte di una delle sue fortunate serie. Impeccabile tanto nel tratteggiare personaggi al limite dello stereotipo quanto nell’inventare complicazioni nell’intreccio e nello scioglierle, Wodehouse è l’autore che forse meglio di tutti ha trasferito nella forma del romanzo le tecniche più tipiche della commedia (teatrale e cinematografica). Con uno stile inconfondibile, che fa della leggerezza e della rapidità la sua cifra.

GIUDIZIO: **½

LECTIO BREVISSIMA

Fernando Pessoa – NON MIO, NON MIO È QUANTO SCRIVO (1932)

Non mio, non mio è quanto scrivo.
A chi lo devo?
Di chi sono l’araldo?
Perché, ingannato,  
stimai mio ciò che era mio?
Chi altro me lo dette?
Ma, sia come sia, se la sorte
sarà che io sia morte
di un’altra vita che in me vive,  
io, chi stette
nell’illusione tutta questa vita
rivelata,
son grato a chi dalla polvere che sono
mi sollevò.
(E mi fece nube un momento
di pensamento).
(A quegli di cui sono, eretta polvere,
simbolo solo).