LECTIO BREVIS / 75

Appunti e spunti minimi su libri letti, riletti, sfogliati

A cura di Roberto Mandile

PUNTATA 75
STORIE DI FANCIULLI

UN CLASSICO: “La vita di Lazarillo de Tormes” (anonimo)
UN GIALLO: “Questione di prove” di Nicholas Blake
DALLO SCAFFALE: “La malora” di Beppe Fenoglio
LECTIO BREVISSIMA: “La storia di Avrom” di Primo Levi

UN CLASSICO
“D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura” (Italo Calvino)

Anonimo – LA VITA DI LAZARILLO DE TORMES (ediz. orig. 1554)

Di cosa parla: Figlio di un mugnaio, Làzaro nasce tra le acque del fiume Tormes. Rimasto orfano a otto anni, cresce con la madre che, dall’unione con un uomo scuro di pelle, gli dà un fratellastro e, appena possibile, se ne libera affidandolo a un cieco perché gli faccia da guida. L’uomo, che vive mendicando, sarà solo il primo padrone di Làzaro. La sua avarizia, che aguzzerà l’ingegno del ragazzo, si rivelerà persino moderata rispetto a quella del prete al servizio del quale si metterà qualche tempo dopo. Quando incontrerà uno scudiero, i suoi guai sembreranno finiti, ma il cavaliere risulterà solo un millantatore…

Commento: Antesignano del romanzo picaresco, predecessore del Don Chisciotte (di cui non ha il respiro narrativo in termini di pagine e di complessità, ma con il quale condivide non solo la lingua ma il brio della scrittura), fu messo all’indice dall’Inquisizione tre anni dopo la sua comparsa, ma ebbe un successo che andò oltre ogni tentativo di censura, tanto che ne comparvero due continuazioni, altrettanto anonime (nel 1555 e nel 1620), meno riuscite e tuttavia interessanti. Il protagonista, che racconta in prima persona le sue vicende, è memorabile, le avventure divertentissime: puro e spassoso esempio di perfetta arte del raccontare.

GIUDIZIO: ****

UN GIALLO
“Il romanzo poliziesco è un gioco intellettuale; anzi uno sport addirittura” (S.S. Van Dine)

Nicholas Blake – QUESTIONE DI PROVE (ediz. orig. 1935)

Di cosa parla: Nel collegio Sudeley Hall per ragazzi di scuola media, uno studente, Algernon Wivern-Wemyss, viene rinvenuto cadavere in un campo da fieno, vicino al luogo dove, poco prima, si è tenuta una gara di corsa podistica. La vittima, che è stata brutalmente strangolata, è niente meno che il nipote del preside. I sospetti della polizia si indirizzano inizialmente proprio sul preside, unico parente del ragazzo, e su sua moglie. Ma sarà l’investigatore privato Nigel Strangeways, chiamato in aiuto da un professore del collegio, suo amico, a mettere in luce trame ben più oscure…

Commento: È il primo giallo di Nicholas Blake, pseudonimo di Cecil Day-Lewis, padre dell’attore Daniel e poeta laureato della corte inglese nel 1968. L’autore non fa sconti a nessuno dei personaggi, a partire dagli insegnanti, tutti sospettati. L’unico a uscirne bene è l’investigatore che risolve il caso e, a tempo perso, ammonisce il corpo docente: «Il vero compito di voi insegnanti consiste – dice a un punto – nell’educare i ragazzi a scegliere i migliori slogan a cui obbedire». Da confrontare per l’ambientazione con il (meno riuscito) romanzo di Agatha Christie Macabro quiz (1959), dove i delitti colpiscono un esclusivo college femminile.

GIUDIZIO: **½

DALLO SCAFFALE
“La Biblioteca è così enorme che ogni riduzione d’origine umana risulta infinitesima” (Jorge Luis Borges)

Beppe Fenoglio – LA MALORA (ediz. orig. 1954)

Di cosa parla: Dal suo paese nelle Langhe, Agostino Braida, ancora ragazzo, viene mandato dalla famiglia a servire presso la proprietà della famiglia Rabino: qui, cercando di superare la povertà e di lasciarsi alle spalle le sue origini, crescerà, tra amicizie passeggere, un amore troncato sul nascere, la malattia della padrona, il suicidio di un vicino, la morte del padre e il lento deperire del fratello seminarista. Il ritorno a casa lo porterà a fare i conti con l’ineludibile necessità di resistere, nonostante tutto, alla malora…

Commento: Sarebbe fare un torto a Fenoglio, in questi giorni di celebrazione per il centenario della sua nascita, inquadrarlo soltanto tra gli scrittori della Resistenza (anche se, certamente, i suoi romanzi più celebri ruotano intorno alla lotta partigiana e Una questione privata è probabilmente il capolavoro del genere). Questo libro, il suo primo romanzo (breve, ma non brevissimo), a dispetto del giudizio di Vittorini, che lo pubblicò nella collana “I gettoni” di Einaudi con un risvolto di copertina piuttosto freddo (che spiacque a Fenoglio), è di una bellezza aspra e assoluta, originalissima e straziante.   

GIUDIZIO: ****

LECTIO BREVISSIMA

Primo Levi – LA STORIA DI AVROM (1976)

“Accade sovente, in questi tempi, di ascoltare gente che dice di vergognarsi di essere italiana. In realtà abbiamo buone ragioni per vergognarci: prima fra tutte, il non essere stati capaci di esprimere una classe politica che ci rappresenti, e di tollerarne da trent’anni invece una che non ci rappresenta. Abbiamo per contro virtù di cui non siamo consapevoli, o di cui almeno non sappiamo quanto siano rare in Europa e nel mondo”. Le virtù, cui Primo Levi fa riferimento, sono quelle dei militari italiani di stanza a Leopoli, in Ucraina, che nel 1942 adottano il sedicenne Avrom, ebreo i cui genitori sono stati uccisi (altre guerre, stesse sofferenze). Avrom verrà portato l’anno dopo in Italia, dove sarà catturato dai tedeschi, ma fuggirà e si unirà infine ai partigiani fino alla liberazione, dopo la quale se ne andrà in Israele. “È una storia che mi piace – aggiunge Levi – perché contiene un’immagine del nostro paese visto da occhi ingenui e stranieri, in una luce ferma di salvazione, e visto inoltre nella sua ora più bella”. Inutile aggiungere altro: il racconto, asciuttissimo, parla da solo.