MOMENTI FATALI – Stefan Zweig

# 7 – Stefan Zweig – MOMENTI FATALI (Adelphi, 2009, ed. orig. 1943, pag. 306

copertina libro Momenti FataliQuattordici momenti storici, quattordici snodi nella Storia dell’Umanità e dell’Arte, e altrettanti appassionanti racconti che rivelano – più che spiegare – il significato profondo, vorrei quasi dire “letterario”, o trascendente, delle gesta di Napoleone, delle imprese a luci e ombre dei Conquistadores, dell’appassionata epopea della scienza ottocentesca, della smania di conquista dell’Uomo, della dignità dinanzi alla morte di uomini illustri, del sogno di una pace universale che andò in pezzi dopo la Grande Guerra.

Impossibile, per la verità, riassumere “Momenti fatali” di Stefan Zweig, perché il libro attraversa epoche e luoghi diversi, affronta temi e personaggi i più disparati, accomunati tutti, però, dal soffio della Storia, che passa volta a volta accanto al Conquistador che giunge, primo uomo europeo, a posare gli occhi sull’immane distesa dell’Oceano Pacifico (Vasco Nuñez de Balboa), all’emigrato svizzero avventuroso e senza scrupoli determinato a far fortuna e travolto poi dalla febbrile corsa all’oro (J.A. Suter), al grande condottiero che per un semplice malinteso perde la battaglia decisiva (Napoleone, of Course!), all’uomo di lettere che deve decidere se schierarsi contro la dittatura e pagarne le conseguenze oppure accucciarsi prono sperando nella grazia (Cicerone), all’avventuroso militare che compie l’estremo sacrificio pur di arrivare primo là dove non era mai arrivato nessuno (il capitano Scott) e ancora, il soffio della Storia passa accanto al rivoluzionario russo che attraversa la Germania su un vagone blindato, tacciato di alto tradimento (Lenin), e all’uomo d’affari che, contro tutte le aspettative, riesce a realizzare il primo collegamento via cavo sottomarino tra Europa e America (Cyrus W. Field), per approdare al Presidente americano che, per cercare la pace totale, non riuscì a realizzare neanche quella parziale (Woodrow Wilson), e ai grandi della letteratura di tutti i tempi (Goethe, Dostoevskij e Tolstoj), i cui momenti di maggiore tormento (e maggiore estasi) sono raccontati da Zweig con sublime, e ambizioso, stile.

Tutto questo è “Momenti fatali”, squisito libro di quello squisito scrittore che è Stefan Zweig, ultima grande disperata voce di una (Mittel)Europa pre-nazista, illusa della sua unità e della sua giustizia, del suo innato cosmopolitismo. Quella di Zweig è, perlopiù, “letteratura del rimpianto” (definizione mia, da cui le virgolette), ma proprio per questo “Momenti fatali” è, nella sua bibliografia, una parziale eccezione, perché non tutto è rimpianto in questa appassionante saga di momenti e personaggi storici, anzi, lo sguardo e la penna dello scrittore sembrano, per una volta, ergersi a notai definitivi di una Storia che, per dirla con Spinoza, dopotutto forse non avrebbe potuto svolgersi se non come si è svolta. Un libro determinista, dunque? Sì e no, perché a stemperare interviene sempre la lucida ironia di Zweig, la sua fiducia nella scrittura e nella narrazione, fiducia venuta meno, forse, improvvisamente, in un giorno di febbraio del 1942, quando lo scrittore e sua moglie – esiliati in Brasile – decisero di suicidarsi assieme. “Penso sia meglio concludere in tempo e in piedi” – lasciò scritto Zweig – “una vita in cui il lavoro intellettuale significava la più pura gioia e la libertà personale il bene più alto sulla Terra.” Quel lavoro intellettuale ha lasciato, sotto forma di scrittura, splendide tracce di sé; quella libertà personale, che era libertà di muoversi e viaggiare, di conoscere e studiare, ma anche di scrivere e pensare, venuta meno, tolse ogni forza e ogni arguzia a una delle penne più brillanti del feroce XX secolo. Anche questo, a suo modo, fu un “momento fatale”, e mi sembrava giusto, in qualche modo e coi miei limitati mezzi, celebrarlo.

(Recensione scritta ascoltando Nick Cave & Warren Ellis, “The assassination of Jesse James by the coward Robert Ford – Soundtrack”)

PREGI:
meravigliosamente scritto, sarebbe però riduttivo dire che “Momenti fatali” sia un libro “tutto stile”. Esso è anche contenuti, aneddoti, racconti, svelamenti, suspense e passione. Quattordici spericolati tuffi nella sostanza stessa della Storia

DIFETTI:
arduo trovarne, ma di certo non è il libro più adatto a chi non ama uno stile posato e riflessivo, preciso e vagamente accademico

CITAZIONE:
(scelta per la sua attualità):“Nel corso della storia si ripresentano di continuo questi tragici momenti in cui i principi e gli Stati si rivelano incapaci di deporre anche per breve tempo le loro piccole rivalità proprio quanto la difesa della cultura europea richiederebbe con urgenza l’alleanza di tutte le forze.” (pag. 59)

GIUDIZIO SINTETICO: ***½

LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il “sistema Mereghetti”, che va da 0 a 4 “stelline”: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…

?
0
1/2
*
*1/2
NON GIUDICABILE con i sistemi “classici” di voto
PESSIMO
QUASI PESSIMO
BRUTTO
BRUTTINO
 
**
**1/2
***
***1/2
****
ACCETTABILE
DISCRETO
BUONO
MOLTO BUONO
CAPOLAVORO