VERSANTE SUD – Eduard von Keyserling

# 107 – Eduard von Keyserling – VERSANTE SUD (SugarCo Edizioni, 1988, ediz. orig. 1914, pagg. 124)

Appena promosso tenente, e con l’ombra inquietante di un duello da affrontare per una questione d’onore, il giovane Karl Erdmann von West-Wellbaum torna per le vacanze estive nella villa di campagna dei suoi genitori, dove ritrova le sorelle minori Oda e Heide (con Oda c’è anche il fidanzato, il diplomatico di carriera conte Linck), il personale di servizio (tra cui il fiacco precettore Aristides Dorn) e, soprattutto, la divorziata Daniela von Bardow, nobildonna elegante e raffinata, corteggiata da tutti (anche dai fidanzati!) ma enigmatica e capricciosa come un’ape che non si decide a posarsi su nessun fiore, sorretta dalla maggiore consapevolezza di chi conosce la vita. Ma la vacanza in villa, iniziata come tante altre, sarà forse l’ultima, e chiuderà un’epoca.

Pubblicato nel 1914, questo minuscolo romanzo di Keyserling è il consueto gioiellino che ci si aspetta dal suo Autore, scrittore raffinato e delicato, capace di tratteggiare una classe sociale e un intero mondo con rapidi tocchi di penna, con notazioni che non hanno nulla di didascalico e che, pure, racchiudono l’essenza di un’epoca al tramonto. Parliamo, ovviamente, dell’epoca dei duelli e dell’onore, dei corteggiamenti alle dame lungo i viali ombreggiati dai tigli e del fascino della vita militare, ancora improntata a una ricerca dell’eroismo e della lealtà che l’atroce Grande Guerra avrebbe di lì a poco spazzato via.

I romanzi di Keyserling potrebbero essere rubricati, dunque, sotto la voce “ricordi di un’epoca”; se non fosse che – rispetto a quelli di altri Autori – essi sembrano piuttosto dei presagi della fine. Lungi dal limitarsi a rievocare i “tempi andati” (che all’epoca della stesura non erano affatto andati) o dal comporre delle graziose cartoline, infatti, i lavori di Keyserling contengono un impressionante senso di morte e di ineluttabile decadenza, come se l’Autore fosse stato, scrivendo, perfettamente a conoscenza del fatto di avere i minuti contati. Quel mondo, quell’Europa degli Imperi Centrali e di ciò che rimaneva dell’antica cavalleria, stava tramontando inesorabilmente, e Keyserling, con la sua penna delicata ma aguzza, capace di momenti di grande trasporto come anche di punti di incredibile (e tragica) ironia, di questo tramonto annunciato è uno dei grandi cantori, forse per certi aspetti il più grande. Certo, la sua scrittura non ha la virulenza di Karl Kraus, né – se vogliamo – l’approfondita precisione di Josef Roth, e neppure – suvvia – la sotterranea, terribile inquietudine di Arthur Schnitzler.

No, la scrittura di Keyserling sembra a tratti non avere sottotesti, si traveste – per così dire – da bozzetto d’ambiente, da cartolina d’epoca, ma riesce, alla fine, a comunicare un senso profondo e dolcissimo di malinconia e di mancanza, come se agisse su un doppio livello: da una parte, sul senso storico del lettore, che non può non leggere dietro a una vicenda delicata ed esile come quella raccontata in questo “Versante Sud” il terribile, inatteso commiato da un mondo che si sarebbe sgretolato a partire proprio da quell’estate del 1914; dall’altra, essa agisce sull’individualità profonda dei suoi lettori, come se andasse a stimolare, a prescindere dall’epoca storica di riferimento, gli universali ricordi di estati lontane, i ricordi infantili fatti d’innocenza perduta e di senso della possibilità, i ricordi di quegli anni – che tutti, o quasi tutti, voglio sperare, abbiano vissuto – in cui non si sente il tempo che passa, in cui tutto sembra possibile e tutto sembra là da venire.

Ecco, in questa sottile intercapedine tra il “là da venire” e “l’ormai passato” si incunea, dolce e melliflua, la scrittura di quell’aedo della Mitteleuropa che è Eduard von Keyserling, senza produrre – forse – libri memorabili, ma regalando – e non è poco – pagine struggenti, da leggere e rileggere più volte. O comunque, da rileggere ogni volta che si sente, prepotente, il desiderio di tornare all’età dell’innocenza.

(Recensione scritta ascoltando Ludovico Einaudi, “Oltremare”)

PREGI:
sottile e garbato, mai un tono sbagliato, “Versante Sud” è un libro che si legge in due giorni e che avvince con una narrazione semplicissima, financo un po’ ripetitiva, ma caratterizzata da una splendida “brevitas” e da una chiarezza di fondo che raramente si incontra in tanta letteratura d’oggi    

DIFETTI:
fatalmente un po’ esile, come tanti altri romanzi di Keyserling, anche “Versante Sud” lascia un’ombra di amaro per l’apparente scarsa portata – temporale ma non concettuale – della vicenda. E, altrettanto fatalmente, non tutti i personaggi trovano adeguato approfondimento

CITAZIONE:
“In villa, d’estate, l’amore era una silenziosa, assidua ed eccitante occupazione: si rimaneva lunghe ore distesi nell’erba e si era innamorati, ci si lasciava cullare da un sentimento forte, dolce e un po’ spossante. Fuori, Karl Erdmann poteva comportarsi con cinismo ed arroganza mentre qui egli diventava sensitivo e sensibile come un frutto che maturava sul versante sud.” (pag. 8)

GIUDIZIO SINTETICO: **½

LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il “sistema Mereghetti”, che va da 0 a 4 “stelline”: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…

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NON GIUDICABILE con i sistemi “classici” di voto
PESSIMO
QUASI PESSIMO
BRUTTO
BRUTTINO
 
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***1/2
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ACCETTABILE
DISCRETO
BUONO
MOLTO BUONO
CAPOLAVORO