# 287 – Leonardo Sciascia – A CIASCUNO IL SUO (Adelphi, 2000, ediz. orig. 1966, pagg. 151)
L’arrivo di una lettera minatoria al farmacista Manni, una chiara minaccia di morte composta con le lettere di giornale, sconvolge le persone più in vista di un piccolo paese dell’entroterra siciliano. Quando poi il farmacista e il suo amico dottor Roscio vengono effettivamente uccisi in quello che apparentemente è un incidente di caccia, le voci si moltiplicano e le ipotesi si affastellano. Il riservato e timido professor Paolo Laurana, insegnante liceale di italiano e latino, ha però notato qualcosa che a tutti sembra essere sfuggito, un dettaglio nella lettera minatoria che consentirebbe di restringere la cerchia dei possibili colpevoli: un unicuique stampato dietro uno dei caratteri ritagliati per comporre il messaggio, e c’è un solo quotidiano che utilizza il motto unicuique suum (a ciascuno il suo) in prima pagina, e solo due persone leggono quel quotidiano, in paese… Nella sua personale e segreta indagine, Laurana incontrerà la bellissima Luisa, vedova del dottor Roscio, ma la verità che il professore giungerà ad appurare, nelle logiche omertose della profonda Sicilia di metà Novecento, gli costerà molto cara.
Pubblicato nel 1966 ed entusiasticamente sostenuto da Italo Calvino, che lo lesse in anteprima, “A ciascuno il suo” è a mio avviso il vero capolavoro di Leonardo Sciascia, anche più del celebratissimo “Giorno della civetta”. Intendiamoci: non che “Il giorno della civetta” sia un brutto romanzo, tutt’altro, e merita la sua fama per la capacità che ha di rivelare con apparente facilità meccaniche complesse e certo non semplici da comprendere per chi non è siciliano.
Ma “A ciascuno il suo” è, se possibile, un viaggio ancor più lucido e lancinante all’interno di una mentalità, prima ancora che di una regione e di una cultura, che informa profondamente la materia stessa dell’esistenza, il ritmo della vita e il fluire dei pensieri. La sicilianità di “A ciascuno il suo” è a mio avviso più sottile e più crudele di quella del “Giorno della civetta”, e il racconto giallo è di una perfezione rara, componendosi pian piano più su ciò che al lettore è lasciato intuire che su effettive, sbandierate scoperte. Sciascia padroneggia la lingua e lo stile in maniera così assoluta da potersi permettere di suggerire più che di squadernare, e il risultato è un romanzo di incredibile sottigliezza, in cui non c’è una frase fuori posto, non un accento sbagliato, non una sfumatura inappropriata.
Simbolico come solo i libri di Sciascia sanno essere, ma senza andare a discapito della trama e della narrazione, solidissime, “A ciascuno il suo” è un romanzo che non si dimentica, che colpisce il lettore nel profondo tanto per la capacità di svelare le più sottili meccaniche della mentalità mafiosa (e i suoi intrecci con il potere e con la carnalità tipica della cultura sicula) quanto per l’abilità e la delicatezza nel tratteggiare i personaggi che, a parte Laurana, non hanno molto spazio per imporsi al lettore, protagonisti perlopiù di scene brevi e isolate, di dialoghi taglienti e fitti di sottotesti, che l’Autore è bravo a raccordare in un sistema complessivo di senso che si svela veramente – nella sua crudele freddezza – solo nel finale. E la palma del personaggio più sorprendente spetta forse, in questo senso, alla seducente Luisa Roscio, vedova affranta ma anche donna sensuale, dark lady alla siciliana, splendido, ineguagliato esempio di femme fatale.
Dramma sentimentale o omicidio di mafia? Gelido attentato ordito per motivi personali o uccisione dettata da logiche criminali? È anzitutto sulla natura del delitto iniziale che Sciascia monta tutta la calcolata ambiguità di un testo che mira a disorientare il lettore immergendolo in un’atmosfera in cui non esistono certezze, e che pure si chiude con un’affermazione perentoria e tranciante, quel celebre “era un cretino” con cui Don Luigi suggella l’intera vicenda, dato di fatto incontestabile perché il romanzo lì finisce, pur dando l’impressione di poter continuare ad libitum, di sfumatura in sfumatura, di dettaglio in dettaglio.
Ma a che servirebbe? La parabola dell’indagine improvvisata ma acuta del povero professor Laurana dice già tutto, è una sorta di mise en abyme di un mondo intero, e di un modo di intendere la vita, la politica, il potere, l’amore, la passione e la morte. C’è tutto in queste centocinquanta pagine, e ci sono, al contempo, il giallo e la liquidazione del giallo, superato da meccaniche che stritolano anche il genere letterario nella loro mefistofelica crudezza. E allora non possiamo che concordare con Italo Calvino, quando scrisse che “A ciascuno il suo” si legge “con la passione con cui si leggono i gialli” ma anche “con il divertimento di vedere come il giallo viene smontato, anzi come viene dimostrata l’impossibilità del romanzo giallo nell’ambiente siciliano.”

(Recensione scritta ascoltando gli Animals, “House of the Rising Sun”, nella versione per pianoforte di Alisa Procenko)
PREGI:
uno stile misuratissimo e perfetto, come sempre in Sciascia, e una galleria di personaggi splendidamente descritti, a partire dal protagonista, Paolo Laurana, “professore d’italiano e latino nel liceo classico del capoluogo, considerato dagli studenti un tipo curioso ma bravo e dai padri degli studenti un tipo bravo ma curioso.” Straordinario, e crudele, il finale
DIFETTI:
la scrittura di Sciascia non è mai banale e, di conseguenza, non è semplice né sintatticamente né lessicalmente. Pur non essendo questo il suo romanzo più complesso dal punto di vista stilistico, la raffinatezza della forma potrebbe non fare per tutti…
CITAZIONE:
“Gli elementi che portano a risolvere i delitti che si presentano con carattere di mistero o di gratuità sono la confidenza diciamo professionale, la delazione anonima, il caso. E un po’, soltanto un po’, l’acutezza degli inquirenti.” (pagg. 59-60)
GIUDIZIO SINTETICO: ****
LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il sistema Mereghetti, che va da 0 a 4 stelline: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…