# 32 – Pedro Juan Gutiérrez – IL RE DELL’AVANA (Edizioni e/o, 1999 – pagg. 253)
La storia d’amore (feroce) e sesso (sfrenato) tra due ragazzi venuti su per la strada, nella Cuba della grande crisi economica d’inizio anni Novanta: tra derelitti senza lavoro che si ammazzano per il possesso di una gallina e sfaccendati disillusi che battono il Malecón – il lungomare de L’Avana – Rey e Magda si amano disperatamente fino alla (auto)distruzione.
La penna di Pedro Juan Gutiérrez ha qualcosa di magico, quel tocco inesplicabile che sembra appannaggio solo di chi ha vissuto, sofferto e ne è uscito con qualcosa di veramente importante da dire. Considerato “il Bukowski dei Caraibi”, Gutiérrez è un ex-giornalista e un ex-professore che in vita sua – un po’ come il grande Buk – ha svolto una quantità di mestieri i più strani e inusitati, prima di approdare, vittima a sua volta della crisi del 1990, alla scrittura. I suoi libri sono delle vere e proprie istantanee di una Cuba assieme tenera e feroce, popolata tanto dagli Orisha, le benevole e un po’ furbe divinità della cultura yoruba, quanto dalla brutalità insita nella fame e nella disperazione, nella povertà più estrema e nello sbandamento di qualunque orizzonte di vita.
Lo stile di Gutiérrez è rapido, immediato, paratattico, aperto però a squarci di autentica poesia, una poesia dei bassifondi, ovviamente, ma pur sempre poesia. Il canto della povera gente, sotto la penna di Gutiérrez, si trasforma, senza soluzione di continuità, nelle sfrenate, picaresche (dis)avventure di Rey, orfano non rassegnato ad una vita di stenti e desideroso di farsi più donne possibili grazie a una non comune capacità amatoria. “Il re dell’Avana” è decisamente un romanzo erotico, una sarabanda di puttane, “jinetere”, belle mulatte, vecchie matrone decadute, perdigiorno che raggranellano qualche soldo quando possono, come possono; ma l’erotismo di Gutiérrez, lungi dall’essere estetizzante e intellettualizzato, è al contrario un’esplosione di vitalità irrazionale, di sensualità immediata, sbandierata e materica. Corpi che si incontrano, e più che amarsi si desiderano; corpi che si respingono, per poi tornare ad attrarsi, e lacerarsi, e distruggersi, in un carosello tragico allietato solo dalla sana voglia di vivere dei giovani protagonisti, esempi non già di raffinato edonismo quanto piuttosto di bruciante passione per la vita, per le sensazioni e i sentimenti, per i sogni e le aspirazioni. E poco importa che le aspirazioni di Rey si limitino al desiderio di farsi impiantare due palline metalliche sulla punta del pene, per migliorare le performances sessuali e diventare l’uomo più ambito di tutta L’Avana: triviale o nobile che sia, è il modo che ha Rey di desiderare, e di aggredire la vita nella sua stessa sostanza, fino a riempirsene le mani e bere a grandi sorsi, che non può non commuovere, perché in esso intravediamo tutte le contraddizioni e il dolore di un popolo diviso tra una sorta di atavica miseria e un’umana, umanissima aspirazione al piacere e alla felicità.
(Recensione scritta ascoltando i Pink Floyd, “Julia Dream”)
PREGI:
brutale e immediato, sporco e senza vergogne, sincero fino alle lacrime, incapace di orpelli e abbellimenti, “Il re dell’Avana” è un libro attraversato da un soffio sacrale che si esplica nella sensuale devastazione di una Cuba talmente realistica da diventare simbolica
DIFETTI:
indubbiamente il linguaggio estremamente sboccato e il velo di compiacimento che fa capolino qui e là nelle descrizioni di amplessi e imprese erotiche non sono adatti a chi nella letteratura cerca solo finezza e ricercatezza
CITAZIONE:
“La sua fortuna, e la sua disgrazia, era di vivere sempre solo l’attimo presente. Dimenticava puntualmente il minuto appena trascorso e non anticipava con l’immaginazione nemmeno di un secondo il minuto seguente. C’è chi vive alla giornata: Rey viveva al minuto.” (pagg. 183-184)
GIUDIZIO SINTETICO: ***
LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il “sistema Mereghetti”, che va da 0 a 4 “stelline”: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…