Appunti e spunti minimi su libri letti, riletti, sfogliati
A cura di Roberto Mandile
PUNTATA 84
IL SESSO TRA SCOPERTE, TURBAMENTI E TRASGRESSIONI
UN CLASSICO: “Agostino” di Alberto Moravia
UN GIALLO: “Qualcuno si agita” di Richard Matheson
DALLO SCAFFALE: “Ernesto” di Umberto Saba
LECTIO BREVISSIMA: “Due storie sporche” di Alan Bennett
UN CLASSICO
“D’un classico ogni prima lettura è in realtà una rilettura” (Italo Calvino)
Alberto Moravia – AGOSTINO (ediz. orig. 1943)
Di cosa parla: Durante un’estate in Versilia, il tredicenne Agostino, di famiglia alto-borghese, in vacanza con la madre, scopre, grazie alla frequentazione con un gruppo di ragazzi di estrazione proletaria, il mondo, a lui sconosciuto, della sessualità. Fa la conoscenza di Berto e dei suoi amici, che però lo respingono e lo prendono in giro, di Saro, un uomo che lo porta con sé sulla sua barca e che ha una relazione omosessuale con Hans, un ragazzo nero, e infine di Tortima, con il quale tenterà di entrare in una casa di tolleranza…
Commento: Pubblicato inizialmente in tiratura limitata per il veto della censura fascista, si legge, oggi, come documento d’epoca più che come romanzo psicologico di formazione sui subbugli adolescenziali, quelli sì davvero superati (sul tema, peraltro, poco restava già allora da aggiungere dopo I turbamenti del giovane Törless di Musil, datato 1906). A dispetto dell’abilità narrativa di Moravia, è difficile sottrarsi all’impressione che in fondo in fondo (ma neanche poi tanto) all’autore prema sottolineare soprattutto la differenza di classe tra Agostino e i ragazzi con cui entra in contatto, con la (scontata) superiorità vitalistica dei poveri sui ricchi.
GIUDIZIO: **½
UN GIALLO
“Il romanzo poliziesco è un gioco intellettuale; anzi uno sport addirittura” (S.S. Van Dine)
Richard Matheson – QUALCUNO SI AGITA (ediz. orig. 1953)
Di cosa parla: Trasferitosi da New York in California, David Newton, giovane scrittore, si innamora di Peggy Lister, una ragazza conosciuta sulla spiaggia. Peggy gli rivela ben presto di essere divorziata e di odiare tutti gli uomini, tranne lui. Quando Jim Vaughan, avvocato di Peggy e vecchio compagno di college di David, gli rivelerà che in realtà la giovane donna ha ucciso suo marito, l’uomo non gli crede, ma le sue certezze cominceranno a vacillare di fronte al primo di una serie di omicidi…
Commento: Il primo romanzo di Matheson, per certi versi ispirato a vicende autobiografiche, è un noir durissimo, soprattutto nel finale, cupo e disperato, con esplicite risonanze psicanalitiche (Peggy è frigida per via di uno stupro subito da piccola) e senza nessuna autocensura, com’era possibile negli anni Cinquanta, nella rappresentazione di quello che si sarebbe chiamato poi, con discutibile approssimazione, “universo femminile”. Viene da credere che il puritanesimo abbia rappresentato il maggior stimolo a una certa rappresentazione cruda del sesso, possibile solo nella letteratura americana.
GIUDIZIO: **½
DALLO SCAFFALE
“La Biblioteca è così enorme che ogni riduzione d’origine umana risulta infinitesima” (Jorge Luis Borges)
Umberto Saba – ERNESTO (ediz. orig. 1975)
Di cosa parla: Trieste, 1898. Ernesto è un ragazzo di sedici anni che, dopo aver lasciato la scuola, lavora presso il signor Wilder, industriale di origini ebraiche fedelissimo dell’Impero Austro-ungarico. Proprio sul posto di lavoro vive la sua prima esperienza sessuale con un operaio ventottenne, con il quale intreccia una vera e propria relazione nell’arco di alcuni mesi. Se Ernesto è inizialmente colpito dalla tenerezza mostrata dall’uomo nei suoi confronti, pian piano subentra in lui il fastidio per un rapporto così asimmetrico, sia sul piano sociale sia per la diversa sensibilità culturale…
Commento: Iniziato durante il soggiorno presso una clinica romana, in anni già difficili per la salute dell’autore, e rimasto incompiuto per la mancanza delle energie che Saba riteneva necessarie al completamento, l’unico romanzo dello scrittore triestino è interessante, più che per il tema, per il linguaggio esplicito (ragione per cui lo stesso Saba lo riteneva impubblicabile; e infatti fu pubblicato postumo) e per il ricorso a un misto tra italiano, nelle parti narrative, e dialetto, nei dialoghi. C’è materia buona anche per il dibattito, mai tramontato (di recente, lo abbiamo rispolverato in occasione delle celebrazioni di Pasolini): si può essere, al tempo stesso, grandi poeti e ottimi romanzieri (e viceversa), specie in Italia?
GIUDIZIO: **½
LECTIO BREVISSIMA
Alan Bennett – DUE STORIE SPORCHE (2011)
Niente sesso, siamo inglesi. Le due storie raccolte in questo delizioso libro di Bennett, piccoli gioielli di arte narrativa, ruotano intorno al sesso con la levità e la grazia britannica cui l’autore ha abituato i suoi lettori. Non c’è pruderie, ma solo ironia nel mettere in scena la bizzarra scelta di Mrs Donaldson, che, rimasta vedova e guadagnandosi da vivere facendo la paziente simulata in ospedale per i corsi di medicina, non fa una piega di fronte alla proposta indecente dei due giovani a cui, sempre per arrotondare le magre entrate, ha affittato una camera di casa sua. Così come il tono dominante resta la leggerezza anche nel raccontare dei furtivi e clandestini incontri omosessuali di Graham, che devono avvenire all’insaputa della madre, Mrs. Forbes, la quale non si capacita come il figlio, che è senz’altro un bel ragazzo, abbia potuto sposare una donna bruttina come Betty. Resta la domanda di fondo: è il disincanto l’unica chiave letteraria possibile, almeno dopo Freud, per rappresentare il sesso sfuggendo ai rischi del ridicolo e del simbolico?