# 222 – Murakami Haruki – PRIMA PERSONA SINGOLARE (Einaudi, 2020, pagg. 142)
Raccolta di otto racconti semi-autobiografici. In “Su un cuscino di pietra” l’Autore rievoca l’antico amore (di una notte) per una ragazza che scriveva poesie, e che gli fece dono di una delle sue raccolte; in “La crema della vita” l’invito a un concerto per pianoforte da parte di una studentessa si risolve in un nulla di fatto, ma produce l’incontro con uno strano vecchio che dice cose molto sagge sulla vita e sul tempo; in “Charlie Parker plays Bossa Nova” un articolo scritto per scherzo sulla rivista universitaria ipotizza che Charlie Parker – noto come “Bird”, uno dei più grandi sassofonisti jazz di tutti i tempi – non sia morto nel 1955 a soli trentaquattro anni ma abbia fatto in tempo a cimentarsi con la musica nuova brasiliana, la Bossa Nova, appunto; in “With the Beatles” si rievoca una lontana storia d’amore grazie all’incontro, del tutto casuale, col fratello della ex-ragazza, a distanza di trent’anni, e si fa una scoperta sconvolgente sulla ragazza stessa; in “Antologia poetica per gli Yakult Swallows”, Murakami racconta di come si è appassionato al baseball e a una squadra in particolare; in “Carnaval”, sempre l’Autore racconta il suo strano rapporto con una donna brutta e sgraziata, ma musicalmente coltissima, con la quale gli piaceva andare ai concerti; in “Confessione di una scimmia di Shinagawa”, una scimmia che lavora presso un piccolo hotel termale (!) passa la serata con l’Autore bevendo birra e raccontando la sua vita (nonché le sue malefatte ai danni di alcune donne); infine, in “Prima persona singolare”, un’uscita serale dell’Autore per bere un bicchiere in un bar si trasforma in una specie di incubo quando una donna, credendo di riconoscerlo, e accusandolo di avere fatto un grave torto a una sua amica, inizia a infastidirlo.
Uscita nel 2020, questa raccolta di otto racconti è stata presentata come l’esordio di Murakami in prima persona, ovvero con racconti dei quali è egli stesso il protagonista. Ora, fermo restando che non c’è modo di sapere se effettivamente l’Autore sia anche il protagonista di tutti i racconti (a me non sembra, tutto sommato) o se quello di Murakami sia solo un esercizio di stile, incentrato sull’idea di raccontare in Io narrante una serie di vicende più o meno autobiografiche, resta il fatto che la raccolta è gradevole per quanto non epocale – e nettamente inferiore a “Uomini senza donne”. La scrittura di Murakami è sempre posata e piacevole, portata all’argomentazione più che all’evocazione, e capace, in ogni caso, di tratteggiare personaggi e atmosfere con pochi tocchi, il che è senz’altro un pregio. Nei racconti meglio riusciti (“Carnaval” su tutti, ma anche “Charlie Parker plays Bossa Nova” e “Prima persona singolare” che, chiudendola, dà il titolo all’intera raccolta) lo stile dello scrittore giapponese risulta perfettamente condensato, con la scelta di un linguaggio semplice e disadorno che apre però a squarci di surrealismo e a sorprese, perlopiù inesplicate (si veda il misterioso invito al concerto che poi non si tiene, in “La crema della vita”, o l’enigma del disco di Charlie Parker nel racconto a lui dedicato).
Proprio in ciò che non racconta, perché non può raccontarlo, stanno allo stesso tempo il fascino e il limite della scrittura di Murakami, perfetta nel suscitare interesse, meno portata però a soddisfarlo, quest’interesse. E infatti la maggior parte dei racconti si conclude in un fascinoso nulla di fatto, e merita apprezzamento più per l’abilità narrativa dell’Autore (indubbia) che per la trama o il finale. Più interessato a cogliere e descrivere le sfumature misteriose (e inesplicabili) del mondo che a dare ad esse un senso, Murakami è come il vecchio saggio che si siede a pensare e non pretende di detenere alcuna verità. Atteggiamento comprensibilissimo, che dà origine ad alcuni testi decisamente interessanti (su tutti “Carnaval”, nel quale lo scrittore giapponese riversa tanto il suo amore per la musica classica, e in particolare per Schumann, quanto la sua passione per le vicende bizzarre e attraversate dal vento del caso) e ad altri tutto sommato godibili (“Bird” alle prese con la Bossa Nova, ma anche l’antico amore con colpo di scena di “With the Beatles”).
Peccato invece per i meno riusciti “Yakult Swallows” (spiritoso ma fondamentalmente insipido) e per la coppia formata da “La crema della vita” e “Confessione di una scimmia di Shinagawa”, nei quali l’irruzione del surreale è fin troppo evidente, nel primo caso con la figura dell’anziano che dice frasi in libertà, nel secondo nientemeno che con la scimmia parlante che si dedica a rubare l’identità delle donne di cui si incapriccia (!). Se veramente la raccolta voleva essere un portato personale, qualcosa di narrato in “prima persona singolare” perché strettamente legato alla vita e alle esperienze dell’Autore, due testi così bizzarri oggettivamente stonano un po’; se invece la trovata di attribuire tutti gli Io narranti a Murakami è dovuta solo al marketing editoriale (e io propendo per quest’ipotesi), gli otto racconti di questa piccola raccolta, scritti tecnicamente molto bene, si difendono egregiamente e – pur a fasi alterne – divertono e rilassano il lettore.
(Recensione scritta ascoltando Robert Schumann, “Carnaval Op. 9”)
PREGI:
un sano soffio di mistero che attraversa tutti i racconti, amplificato, in quelli più riusciti, dal (probabile) tocco autobiografico, e il perfetto senso della misura dell’Autore, che lo porta a non eccedere neppure di mezza pagina nello sviluppo delle sue (spesso irrisolte) trame
DIFETTI:
complessivamente meno belli di quelli che compongono “Uomini senza donne”, questi otto testi, più che comporre un quadro autobiografico, sembrano essere schegge di vita un po’ casuali accomunate solo dalla scelta, appunto, della prima persona singolare. Un tocco di formalismo che, a mio avviso, non fa tanto per Murakami!
CITAZIONE:
“Tutti noi, chi più chi meno, viviamo con una maschera sul viso. Perché senza maschera, non saremmo in grado di far fronte a questo mondo violento. Dietro la maschera di un demone si cela il volto di un angelo, e dietro la maschera di un angelo quello di un demone.” (pag. 101 – dal racconto “Carnaval”)
GIUDIZIO SINTETICO: **½
LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il sistema Mereghetti, che va da 0 a 4 stelline: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…