QUANDO SEI CON ME IL MOSTRO NON C’È – Antonio Segnini

347 – Antonio Segnini – QUANDO SEI CON ME IL MOSTRO NON C’È (Autopubblicato, 2023, pagg. 457)

Dopo aver gestito per vari anni un blog molto ben documentato sulla lunga catena di omicidi commessi dal tristemente noto “Mostro di Firenze”, e dopo aver ricostruito con pazienza certosina non solo le singole dinamiche omicidiarie ma anche l’intricatissima vicenda del chiacchierato processo a Pietro Pacciani e ai famosi (o famigerati) “compagni di merende”, Antonio Segnini ha riversato in un libro quasi quindici anni di studi sul Mostro e sui singoli delitti, alla ricerca di una verità che egli – come molti altri – non ritiene sia correttamente emersa in sede processuale. Chi era questo serial killer unico al mondo, di certo il più famoso di sempre in Italia? Perché non è mai stato individuato? Cosa impedisce di vederlo in Pacciani e nei suoi scombiccherati compagni di bevute? Segnini illustra, con precisione e proprietà di linguaggio, tutti i più importanti passaggi investigativi, nonché gli errori commessi, e approda a qualcosa più di un’ipotesi, tutta da verificare, certo, ma incredibilmente e drammaticamente plausibile.

La vicenda del Mostro di Firenze mi appassiona da anni, e ho letto diversi libri sull’argomento. Ovviamente non sono documentato come Antonio Segnini, che credo batta, per competenza e conoscenza dei documenti, anche i magistrati e i poliziotti che si sono occupati del caso! Però, siccome l’enigma mi ha sempre affascinato, ho svolto per diverso tempo le mie riflessioni, e quando ho scoperto il blog “Quattro cose sul Mostro” me lo sono letto dall’A alla Z, compresi gli argomenti “collaterali” come la strana morte del medico di Perugia Francesco Narducci e le tante piste alternative, tra le quali la più assurda mi è sempre sembrata quella cosiddetta “esoterica”, che vedeva dietro il Mostro una presunta setta satanica (della cui esistenza non è mai stata trovata neppure la più pallida prova), mentre l’assassino in sé – o gli assassini – avrebbe agito su commissione, come fornitore di parti anatomiche femminili a questi presunti satanisti.

Potremmo andare avanti per pagine e pagine a elencare le varie ipotesi che si sono succedute negli anni circa l’identità e i moventi del Mostro, da quelle plausibili a quelle bislacche, ma lascio gli interessati alla lettura del libro, perché in effetti quello di Segnini è, a mio parere, il lavoro più completo e fededegno su questa oscura, terrificante vicenda di cronaca nera italiana. Credetemi, un po’ mi costa dirlo, perché in fondo si tratta di un’opera autopubblicata, e chi mi conosce sa quanto io diffidi dei libri che non passano attraverso una “regolare” casa editrice. Io stesso mi sono sempre rifiutato di pubblicare per conto mio, ritenendomi capace di scrivere ma non di fare un mestiere come quello di editore (seppur di me stesso). Va ammesso, del resto, che l’editoria italiana, negli ultimi tempi, è diventata indigeribile, ossessionata dal politicamente corretto da una parte e dal rischio di querele e fastidi legali dall’altra.

Non mi stupisce, insomma, che Segnini abbia deciso di fare da solo, un po’ come con il blog. Una scelta, in questo caso, perfettamente coerente, come perfettamente coerente è l’arco narrativo di questo saggio che ricostruisce l’intera vicenda, a partire dal fondamentale delitto del 1968 (estraneo alla serie omicidiaria del Mostro, ma assolutamente basilare per l’avvio di quella che sarebbe stata la “carriera” del più celebre serial killer italiano) fino alla disamina dei processi ai “compagni di merende”, alla ricerca – nelle carte processuali e investigative – delle tracce lasciate dall’assassino, quello vero, non quelli di comodo che la giustizia italiana ha trovato nel pur discutibile Pacciani e nei suoi altrettanto discutibili sodali.

È vero, ho parlato di “arco narrativo” anche se “Quando sei con me il Mostro non c’è” è indiscutibilmente un saggio: contraddizione in termini? Sì e no, perché a mio giudizio il principale merito di Antonio Segnini, oltre alla documentazione di grande valore che mette a disposizione del suo pubblico, è proprio la capacità di avvincere il lettore, sia quello già piuttosto competente sulla vicenda, sia quello digiuno o quasi, conducendolo, con la sapienza di un giallista ma senza la pretesa di scrivere un romanzo vero e proprio, a un finale incandescente per la quantità di considerazioni interessanti e di rivelazioni che contiene.

Insomma, a fronte di tanti libri fatti assai più di fumo che di arrosto, capaci magari di proporre discrete ricostruzioni dei duplici omicidi che insanguinarono il territorio attorno a Firenze tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, ma del tutto incapaci di approdare a una qualunque proposta di colpevole, il libro di Antonio Segnini non fa mistero del suo principale sospettato, ne fa nome e cognome e non lascia il lettore col proverbiale cerino in mano. Al termine della lettura, si sia d’accordo o meno con la ricostruzione proposta, tutto si può dire tranne che l’Autore non si sia esposto e che il libro, dopo una montagna di dati e di ricostruzioni, di indizi e di considerazioni, abbia partorito il classico topolino.

No, il libro di Segnini è ben scritto, curato dal punto di vista dello stile e della terminologia, aggiornato agli studi più recenti e, soprattutto, ben strutturato, tanto che – a patto di nutrire un certo interesse per la vicenda – non ci si annoia mai nella lettura e, anzi, si procede con grande piacere, si argomenta, si obietta, si concorda, si scoprono dettagli, si approfondisce e si commenta tra sé. Cosa chiedere di più, soprattutto a un libro pubblicato in proprio, non saprei davvero.                   

(Recensione scritta ascoltando Clint Mansell, “Requiem for a Dream”)  

PREGI:
nitido e preciso, è un saggio che sintetizza più di un decennio di studi animati da autentica passione su un mistero criminale e giudiziario italiano tra i più allucinanti e oscuri, lettura di assoluto livello per gli appassionati ma anche, a patto che ci si mettano d’impegno, per i neofiti

DIFETTI:
la parte dedicata ai processi a Pacciani e ai compagni di merende è fatalmente un po’ lunga, e altrettanto fatalmente meno interessante e appassionante rispetto alle ricostruzioni dei delitti. L’Autore, però, vista anche la natura della sua teoria sul colpevole, non poteva proprio rinunciare a dedicare ampio spazio all’operato di Ruggero Perugini, Pier Luigi Vigna, Michele Giuttari e della SAM, la celebre Squadra Anti-Mostro  

CITAZIONE:
“Il Mostro di Firenze non era un vero ‘lust murderer’, ma un individuo malvagio che giocava a esserlo. Un imitatore, insomma. La freddezza con cui conduceva le mutilazioni si spiega con la mancanza d’interesse verso le parti asportate, che fungevano da semplici strumenti di uno sciagurato spettacolo.” (pag. 241)

GIUDIZIO SINTETICO: ***

LEGENDA RECENSIONI
Sia per i libri che per i film, adotto nel giudizio sintetico il sistema Mereghetti, che va da 0 a 4 stelline: a 0, ovviamente, i giudizi più negativi, a 4 quelli più positivi, con tutti i possibili gradi intermedi…

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NON GIUDICABILE con i sistemi ìclassiciî di voto
PESSIMO
QUASI PESSIMO
BRUTTO
BRUTTINO
 
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**1/2
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***1/2
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ACCETTABILE
DISCRETO
BUONO
MOLTO BUONO
CAPOLAVORO